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Ancora sulla sintesi verbale "strategia-efficienza"
Querci, Gabriele A.
2001
Abstract
Un governo, capace e sagace, deve avere la forza di creare posti di lavoro, di colmare le disuguaglianze fra zone ricche e povere di un paese, sia in termini di aree geografiche che in termini di fasce sociali, e per far questo è legittimo operare attraverso imprese pubbliche o a partecipazione
pubblica, nei vari settori dei servizi di trasporto, energetico, di alcuni comparti della grande industria e anche in quelli propri di alcuni servizi finanziari di credito alle imprese, in concorrenza
in questo caso con i privati (è poi quello che hanno insegnato Ascarelli, M.S. Giannini, Giuseppe Ferri, Ernesto Rossi, Leopoldo Piccardi, e il filosofo Guido Calogero: lo scrivente ritiene simili insegnamenti ancora attuali e da tenete adeguatamente presenti nella cennata ricomposizione tematica. Rimanendo nel campo dei concetti cari ai maestri della economia pubblica (Stieglitz J.E.) è impossibile non rilevare come il Boitani ometta di soffermarsi sulla terza "e", che ognora deve caratterizzare gli obbiettivi della azione dell'economia pubblica stessa, assieme alla efficienza e all'efficacia : l'equità. Compito del governo moderno è, a nostro parere, anche e soprattutto, quello di assicurare che i servizi pubblici siano effettivamente fruibili per tutti i cittadini, anche per quelli più svantaggiati, per censo, età, condizione di salute. A vendo di mira solo i criteri dell'efficienza e dell'efficacia, per rimanere nel solco di quanto affermato dal Boitani, non si perviene all"' equità", valore etico-economico, che il buon amministratore pubblico deve sempre canonizzare, nel divisare ed attuare una seria e moderna politica di programmazione economica. in un paese civile e moderno, sia più prezioso, fecondo e rilevante, risultare fruitari di società erogatrici di servizi pubblici locali, "a destinazione plurale e totale dei cittadini tutti", dispensatrici di posti di lavoro a chi ne abbia bisogno, talvolta scontando una minore efficienza, marcando un bilancio in pareggio o in contenuta perdita, anziché dei "mostri di efficienza" con bilanci sempre in attivo, ma che dimenticano, in ispreto al superiore valore dell’”equità", di servire l'anziano, e l'invalido, la parte debole ed emarginata della società, che abita, ad es., in montagna, " . . . perché – erroneamente si argomenta - il servizio sarebbe diseconomico", in luogo di aziende che si fanno lustro di un conto economico in attivo, soltanto in forza di una drastica riduzione dei posti di lavoro.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Gabriele A. Querci, "Ancora sulla sintesi verbale "strategia-efficienza", in: Trasporti. Diritto, economia, politica, 85 (2001), pp. 115-120.
Languages
it
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