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Usi del turpiloquio nella traduzione filmica
Pavesi, Maria
Malinverno, Anna Lisa
2000
Abstract
Le varie funzioni del turpiloquio all'interno dell'enunciato sono presenti in entrambe le lingue analizzate, benché, oltre ai significati che vengono codificati, possano variare la frequenza e la flessibilità di uso di alcune delle espressioni. Questo si traduce, talvolta, in difficoltà di trascodifica da una lingua all'altra, che si manifesta nelle scelte di omissione, di attenuazione o di rese che si distaccano fortemente dall'originale. Sul piano dell'accettabilità sociale, la censura del turpiloquio sembra essere ancora molto presente nei prodotti per la televisione, destinati al grande pubblico e accessibili con facilità anche ai più piccoli. La traduzione del turpiloquio nei film coinvolge questioni che vanno al di là di mere corrispondenze semantiche tra traducenti, ma investono ambiti pragmatici e culturali più ampi, che comprendono la valenza affettiva e emotiva del linguaggio, i fenomeni di interdizione e l'indicibile, l'abilità e la fantasia del traduttore che si muove tra grevità e gioco verbale.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Maria Pavesi, Anna Lisa Malinverno, Usi del turpiloquio nella traduzione filmica, in:C. Taylor (a cura di), "Tradurre il cinema". Atti Covegno (Trieste, 29-30 novembre 1996), Trieste, 2000, pp. 75-90
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it
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