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Love, Genre and Gender on a Wall in Pompeii. A New Study of CIL IV 5296 - CLE 950
Graverini, Luca
2014
Abstract
CIL IV 5296 is a very intriguing graffito, not only because it is one of the longest and
most complex carmina Pompeiana, but also because it is, apparently, one of the few
ancient documents that preserve a female poetic voice. The article begins with a thorough
analysis of this poem, proposing possible solutions to its many textual and prosodic
problems. It also discusses the poem’s physical location, which was wrongly identified in
several prior studies: in fact, the graffito is in a private space, inside a small nondescript
house and not outside the rather grand “doctor’s house.” This is an important detail that
allows to challenge the poem’s usual classification as a paraklausithyron. The poem was
probably composed by a woman and addressed to another woman, but it is hard to say if
it is a straightforward expression of lesbian desire. The last line, which has always baffled
previous interpreters, is clearly written by a different hand; it is a truncated quotation
from Ovid’s Metamorphoses (IV 73), a poetic comment left by an unknown casual reader
of the graffito.
CIL IV 5296 presenta molteplici motivi di interesse, non solo perché si tratta di uno dei
carmina Pompeiana più lunghi e complessi ma anche perché è, a quanto pare, uno dei pochi
documenti antichi che ci conservano una voce poetica femminile. L’articolo cerca prima di
tutto di offrire una soluzione a vari problemi testuali e prosodici tramite un’analisi dettagliata
del frammento poetico. Viene inoltre discussa la collocazione del graffito, erroneamente
collocato da molti studi precedenti in uno spazio pubblico al di fuori della lussuosa
“casa del dottore”; esso si trova invece in uno spazio privato nell’ingresso di una casa molto
più piccola e modesta, cosa che consente tra l’altro di abbandonare definitivamente la definizione
di paraklausithyron. Il testo è molto verosimilmente opera di una donna, ma è difficile
capire se si tratti effettivamente dell’espressione poetica di un amore lesbico. L’ultima
linea del graffito, che è sempre risultata oscura agli interpreti, è stata chiaramente scritta da
un’altra mano: si tratta in realtà della citazione parziale di un verso delle Metamorfosi di
Ovidio (IV 73), un commento poetico lasciato da uno sconosciuto lettore casuale del graffito.
Series
Incontri di Filologia Classica
12 (2012-2013)
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Luca Graverini, "Ovidian Graffiti: Love, Genre and Gender on a Wall in Pompeii. A New Study of CIL IV 5296 - CLE 950”, in: Incontri di Filologia Classica, XII (2012-2013), pp. 1-28
Languages
en
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