14 Tigor. Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica. A. VII (2015), n. 1 (gennaio-giugno)

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Tigor

Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica

A. VII (2015), n. 1 (gennaio-giugno)

Direttore responsabile:

Maria Stella Malafronte Venier

Registrazione Tribunale di Trieste di data 16 marzo 2009 n. 1190

 

Comitato scientifico:

Francisco Javier Ansuàtegui Roig

(Universidad Carlos III de Madrid)

Giampaolo Azzoni

(Università degli Studi di Pavia)

Giuseppe Battelli

(Università degli Studi di Trieste)

Giliberto Capano

(Università degli Studi di Bologna)

Michele Cortelazzo

(Università degli Studi di Padova)

† Franco Fileni

(Università degli Studi di Trieste)

Cristina Garcia Pascual

(Universidad de Valencia)

Maurizio Manzin

(Università degli Studi di Trento)

Saul Newman

(Goldsmiths University - London)

Comitato di redazione:

Eugenio Ambrosi, Gigliola Bridda, Marco Cossutta (direttore scientifico), Danilo Fum, Paolo Moro, Gemma Pastore, Federico Puppo, Gabriele Qualizza, Antonella Tafuri (direttore editoriale), Roberto Toffolutti, Maila Zarattini

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  • Publication
    La democrazia come autonomia. Note su La democrazia assediata. Saggio sui principi e sulla loro violazione di Marina Lalatta Costerbosa
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2015)
    Imbriano, Gennaro
    Con questo volume (Marina Lalatta Costerbosa, La democrazia assediata. Saggio sui principi e sulla loro violazione, DeriveApprodi, Roma 2014) viene offerta al lettore una riflessione sulla democrazia che intreccia produttivamente lo studio storico della teoria politica – nel quale un’imponente mole di teorie classiche e contemporanee è maneggiata e disposta in modo da disegnare un quadro teorico assai complesso e variegato – e la valutazione sulla situazione odierna. Ciò che da questo ambizioso lavoro deriva è un testo non soltanto votato all’analisi di problemi e teorie, ma anche dotato di una significativa carica ‘immaginativa’, capace cioè di produrre ipotesi proprie e di aprire, sulla base di uno specifico ‘impasto’ e di una rielaborazione prospettica dei nodi più importanti del dibattito interpellato nel corso dell’analisi, scenari e prospettive per un’uscita dall'odierna crisi democratica.
      680  798
  • Publication
    Per un diritto di formazione sociale
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2015)
    Cossutta, Marco
    Il contributo, a partire da consolidata giurisprudenza costituzionale e di legittimità, si propone di tratteggiare i contorni di un’esperienza giuridica fondata su di un diritto di formazione sociale che promana dall’attività interpretativa. Tale tensione può però ritrovare un freno nella nuova normativa sulla responsabilità civile del magistrato.
      715  803
  • Publication
    La surrogazione di maternità: una questione controversa
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2015)
    Mastroianni Ianni, Rosaria
    La maternità surrogata rappresenta indubbiamente un tema complesso e delicato e con numerose zone d’ombra. Taluni paesi considerano tale pratica illecita, mentre altri, al contrario, ritenendola lecita la regolamentano mediante apposite leggi. In generale, la maggior parte dei sistemi giuridici occidentali è orientata ad evitare gli atti dispositivi del proprio corpo quando cagionino una diminuzione permanente dell’integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblico ed al buon costume. Detto ciò, si premette che in generale, discutere di bioetica implica quasi sempre l’inizio di dibattiti alquanto controversi.
      983  4320
  • Publication
    Bisogno e interesse nella teoria discorsiva di Jürgen Habermas
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2015)
    Maceratini, Arianna
    Il confronto tra bisogno e interesse avviene, in Habermas, a partire dalla domanda sulla natura delle motivazioni che sottendono le azioni individuali, distinguendo le norme discorsivamente giustificabili dal potere normativo. La distanza tra diritto e potere normativo si sostanzia nell’irriducibile opposizione concettuale tra la giustificabilità discorsiva della norma giuridica e l’imposizione di leggi tramite la violenza del potere che eleva gli interessi particolari al rango di una generalità solo apparente. Al di là del requisito formale della validità normativa, la legittimità della legalità è ricondotta da Habermas al nesso interno, tra diritto, morale e politica, interpretato come rapporto di complementarietà comunicativa, ovvero, al momento d’indisponibilità che raccoglie il contenuto morale implicito nelle qualità formali del diritto positivo ed è espresso nelle procedure di formulazione normativa, sottratto alla contingenza degli interessi particolari. Problema centrale diviene la distinzione tra l’effettivo consenso dei parlanti - raggiunto nelle condizioni idealizzate di una comunicazione illimitata e libera dal dominio, cioè, nella situazione linguistica ideale che si esplicita nella correttezza procedurale della formazione e dell’espressione della volontà – e lo pseudo-consenso di processi comunicativi piegati ad interessi particolari. In quest’ultimo caso, si affermano il compromesso, come arbitraria negoziazione di posizioni soggettive, e il diffondersi di saperi esperti, scevri dal confronto con i presupposti e con gli esiti della rappresentanza democratica e capaci di inaridire la prassi comunicativa quotidiana.
      829  2099
  • Publication
    Sfera pubblica, cittadinanza e motivazioni religiose. Uno sguardo critico al dibattito contemporaneo
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2015)
    Romeo, Andrea
    La dimensione postsecolare e pluralista delle moderne società democratiche origina diverse problematiche in merito alla convivenza sociale, tanto teoriche quanto operative. Uno di tali nodi teorici ha dato luogo, di recente, ad un acceso e vivace dibattito, concernente il rapporto, conflittuale e certo controverso, tra la sfera pubblica formale e le argomentazioni religiose proposte da quei cittadini le cui opzioni valoriali sono guidate o, quantomeno, profondamente ispirate da una comprehensive doctrine di natura fideistica. Nel tentativo di offrire una risposta, la partita argomentativa è giocata, principalmente, tra due scuole di pensiero. Ad un’estremità del dibattito si pone la corrente giustificazionistica, di scuola liberale, che sostiene l’esistenza di un onere di traduzione in un linguaggio secolare per quelle istanze che sono articolate per mezzo di un logos religioso; e ciò al fine di poter giustificare la reciprocità del potere coercitivo attraverso l’idea dell’autonomia politica, ovverosia della potenziale accettabilità delle ragioni normative su basi argomentative universalizzabili. L’onere di traduzione, com’è noto, è stato introdotto da John Rawls ed estremizzato, nel rigore esclusivista, da Robert Audi e altri autori che sostengono forme di giustificazionismo esclusivo. Questa concezione viene criticata dalla «integrazionistic view» che, in contrapposizione polemica con la tesi giustificazionista, muove dall’impossibilità morale, per i cittadini religiosi, di scindere la propria personalità in un lato pubblico ed un altro privato e contravvenire, in questo modo, ai propri commitment religiosi. Inoltre, gli autori integrazionisti criticano l’imposizione asimmetrica dell’onere di traduzione, che graverebbe soltanto sulle spalle dei cittadini religiosi, determinando una diaresi tra cittadini insider e outsider. Tali critiche vengono prese sul serio e affrontate da Jürgen Habermas, nel tentativo di proporre una concezione più inclusiva del giustificazionismo liberale, in grado di impegnare nell’onere di traduzione anche i cittadini pienamente secolarizzati, consentendo una piena partecipazione nei meccanismi di produzione normativa.
      617  1278