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Un’analisi della sostenibilità della mobilità urbana dei passeggeri nei comuni capoluogo di provincia italiani
Danielis, Romeo
Monte, Adriana
2015
Abstract
In questo articolo ci si è chiesti se il trasporto sia diventato
più sostenibile o meno nei comuni capoluogo di provincia, nel
loro complesso e a livello di singola città. Risulta che, in termini
complessivi, molti indicatori a cui attribuiamo una relazione
positiva con la sostenibilità sono migliorati. Essi sono:
i posti-km offerti dai mezzi di trasporto pubblico, la domanda
di trasporto pubblico, il tasso di motorizzazione per le autovetture
euro IV e euro V, la densità delle zone a traffico limitato,
la disponibilità di aree pedonali, il numero degli stalli di
sosta a pagamento, la densità di piste ciclabili, la quota modale
di utenti del trasporto pubblico e la quota modale di utenti
che si spostano in bicicletta o a piedi. L’unico che è diminuito
è “la percentuale di viaggi di durata inferiore ai 15 minuti”.
Diversi indicatori a cui attribuiamo invece un relazione negativa
con la sostenibilità sono diminuiti di valore, ovvero: la
densità veicolare, il numero di giorni di superamento del limite
per la protezione della salute umana previsto per il PM10, il
tasso di incidenti stradali, la quota modale di utenti che utilizzano
l’auto come conducente o la motocicletta, ciclomotore,
scooter. Fa eccezione l’indicatore “consistenza dei motocicli”
che è aumentato. Queste evidenze ci portano a concludere che
la mobilità urbana è diventata mediamente più sostenibile in
Italia nel decennio 2001-2011. A livello di città, la situazione
è molto più variegata: alcune città mostrano miglioramenti
significativi della mobilità sostenibile, altre invece sembrano
fare dei passi indietro. Una quantificazione del grado di miglioramento
si ha contando il numero di indicatori che vanno
nella direzione di una maggiore sostenibilità nel decennio
2001-11. Su un totale di 15, nessuna città migliora rispetto a
tutti gli indicatori. Il massimo è 13, in quanto la densità di motocicli
aumenta in tutte le città, così come diminuisce la quota
di viaggi brevi. Le 10 più grandi città italiane sono presenti
nella parte alta della classifica, in particolare le grandi città
del nord-Italia, con questi valori: Torino (13), Milano (13),
Bologna (12), Firenze (11), Roma (11), Bari (10), Genova (9),
Napoli (7), Catania (6), Palermo (6). I dettagli sono riportati
nell’articolo. Per confrontare le città abbiamo inoltre elaborato
un iniziale indicatore sintetico di mobilità sostenibile che
ci ha permesso di valutare come è cambiata la loro posizione
nel 2011 rispetto al 2001. Concentrandoci nuovamente solo
sulle 10 più grandi città italiane, hanno migliorato la loro posizione
relativa: Firenze (+47 posizioni), Bari (+22), Bologna
(+9), Roma (+9), Torino (+2) e Milano (+1), mentre l’hanno
peggiorata Genova (-1), Napoli (-10), Palermo (-18) e Catania
(-41).
In this article, the question was raised whether transport has
become more sustainable in the provincial capitals. It appears
that many indicators to which we attribute a positive relationship
with sustainability have improved. They are: the seatskm
offered by public transportation, the demand for public
transport, the rate of motorization for private cars euro IV and
V euro, the density of limited traffic areas, the availability of
pedestrian areas, the number of paid parking stalls, the density
of cycle lanes, the share of public transport users and the share
of users who travel by bicycle or on foot. The only one who
fell is “the percentage of trips lasting less than 15 minutes.”
Several indicators to which we attribute a rather negative relationship
with sustainability have declined in value, namely:
the vehicular density, the number of days exceeding the limit
for the protection of human health set for PM10, the rate of
road accidents, the share of users who use their car as a driver.
An exception is the indicator “consistency of motorcycles”
that has increased. These findings lead us to conclude that urban
mobility has become generally more sustainable in Italy
in the decade 2001-2011. At the city level, the situation is
much more varied: some cities show significant improvement
of sustainable mobility, while others seem to take a step back.
A quantification of the degree of improvement is provided
by counting the number of indicators that go in the direction
of greater sustainability in the decade 2001-11. Of a total of
15, no city improved on all indicators. The maximum is 13,
since the density of motorcycles increases in all cities and the
proportion of short trips. The 10 largest Italian cities are in the
top of the standings, especially the big cities of northern Italy,
with these values: Torino (13), Milan (13), Bologna (12),
Florence (11), Rome ( 11), Bari (10), Genoa (9), Naples (7),
Catania (6), Palermo (6). To compare among cities, we have
developed a synthetic indicator of sustainable mobility. By
focusing again on only the 10 largest Italian cities, Florence
(+47 positions), Bari (+22), Bologna (+9), Rome (+9), Turin
(+2) and Milan (+1), have improved their relative position,
while Genoa (-1), Naples (- 10), Palermo (-18) and Catania
(-41) have worsened it.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Romeo Danielis, Adriana Monte, "Un’analisi della sostenibilità della mobilità urbana dei passeggeri nei comuni capoluogo di provincia italiani", in: Romeo Danielis (a cura di), "L’auto elettrica come innovazione radicale: scenari di penetrazione di mercato e ricadute economiche e sociali", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2015, pp. 122-147.
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