«L’incancellabile diritto ad essere quello che siamo». La saggistica politico-civile di Giani Stuparich

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In parallelo all’attività di scrittore di invenzione Giani Stuparich si impegna, con gli strumenti del saggismo, anche sul piano politico-civile. Ne nascono pagine di riflessione che si raggruppano in tre momenti di maggiore intensità: gli anni che precedono la Grande guerra, il primo dopoguerra e il quindicennio successivo alla Liberazione. Tappe legate da un solido filo comune, nella consapevolezza del nuovo ruolo che il Novecento assegnava agli intellettuali e illuminate, al tempo stesso, da solide ascendenze di «umanesimo risorgimentale» (un’eredità in apparenza “inattuale” ma che conquista a Stuparich un ascolto che supera gli steccati delle ideologie). Bilanci sul presente il cui significato però va ben oltre la contingenza e che, completando e arricchendo l’opera del narratore, si saldano in un quadro complessivo omogeneo ancorché ricco di sfumature e chiaroscuri. Questo volume cerca di offrire qualche chiave di lettura del saggismo, sondando quel retroterra etico-ideologico ed implicitamente politico dove tanto lo scrittore cha affabula quanto l’intellettuale che riflette e, prima ancora, l’uomo consapevole dei doveri di una cittadinanza attiva, trovano, tra ragione e passione, la radice unitaria del proprio agire.

Fulvio Senardi ha insegnato nelle scuole e all’università in Italia e all’estero. Attualmente presiede l’Istituto Giuliano di Storia Cultura e Documentazione di Trieste e Gorizia. Oltre a numerosi saggi di argomento storico-letterario, traduzioni e curatele, ha firmato varie monografie. Fra di esse: Il punto su d’Annunzio (1989); Gli specchi di Narciso: aspetti della narrativa italiana di fine Millennio (2001); Il giovane Stuparich – Trieste, Firenze, Praga, le trincee del Carso (2007); Saba (2012). Sua la curatela di miscellanee che raccolgono gli atti di Convegni promossi dall’Istituto Giuliano: Scrittori in trincea. La letteratura e la Grande Guerra (2008); Riflessi garibaldini – Il mito di Garibaldi nell’Europa asburgica (2009); Silvio Benco, «Nocchiero spirituale» di Trieste (2010); Scipio Slataper, il suo tempo e la sua città (2013); Profeti inascoltati. Il pacifismo alla prova della Grande Guerra (2015).

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    «L’incancellabile diritto ad essere quello che siamo». La saggistica politico-civile di Giani Stuparich
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2016)
    Senardi, Fulvio
    In parallelo all’attività di scrittore di invenzione Giani Stuparich si impegna, con gli strumenti del saggismo, anche sul piano politico-civile. Ne nascono pagine di riflessione che si raggruppano in tre momenti di maggiore intensità: gli anni che precedono la Grande guerra, il primo dopoguerra e il quindicennio successivo alla Liberazione. Tappe legate da un solido filo comune, nella consapevolezza del nuovo ruolo che il Novecento assegnava agli intellettuali e illuminate, al tempo stesso, da solide ascendenze di «umanesimo risorgimentale» (un’eredità in apparenza “inattuale” ma che conquista a Stuparich un ascolto che supera gli steccati delle ideologie). Bilanci sul presente il cui significato però va ben oltre la contingenza e che, completando e arricchendo l’opera del narratore, si saldano in un quadro complessivo omogeneo ancorché ricco di sfumature e chiaroscuri. Questo volume cerca di offrire qualche chiave di lettura del saggismo, sondando quel retroterra etico-ideologico ed implicitamente politico dove tanto lo scrittore cha affabula quanto l’intellettuale che riflette e, prima ancora, l’uomo consapevole dei doveri di una cittadinanza attiva, trovano, tra ragione e passione, la radice unitaria del proprio agire.
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