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Il sale nella protostoria dell’Adriatico: una proposta di interpretazione per il deposito votivo di Cupra Marittima (Ascoli Piceno)
Càssola Guida, Paola
2016
Abstract
Il contributo accenna all’importanza a alla diffusione del sale nella protostoria con particolare riguardo all’Italia adriatica, e dunque al sale marino, e al metodo di produzione definito briquetage, che, facendo uso di grandi quantità di combustibile e di impasto argilloso per forni, bacini, sostegni, stampi o formelle, ecc., consentiva mediante ‘evaporazione forzata’ (con uso del fuoco), di ottenere forme di sale cristallizzato facilmente trasportabili e pronte per l’uso o per lo scambio.
Tralasciando l’importanza sociale ed economica, temi già largamente discussi dagli studiosi, e rivolgendoci ai possibili aspetti simbolici della produzione del sale, intendiamo prospettare l’ipotesi di interpretare come una stipe formata da ripetute offerte di uno o più gruppi di salinari un complesso di oggetti, tutti di impasto argilloso lavorato a mano, che fu trovato nel corso degli anni ’80 presso Cupra Marittima: un contesto di epoca arcaica rimasto inspiegato e a tutt’oggi apparentemente privo di confronti, che comprende vasi miniaturizzati di tipi noti diffusi in Italia peninsulare associati a varie categorie di manufatti enigmatici anch’essi di dimensioni ridotte. Tutti gli oggetti sembrano trovare una spiegazione coerente se, sottoposti ad analisi particolareggiata, vengono inseriti nel quadro della lavorazione del sale e considerati frutto di offerte periodiche alla divinità da parte di addetti alla produzione che usavano il metodo del briquetage.
In this paper the importance and diffusion of salt production in the Late Prehistory are highlighted by means of a few examples, with special reference to the Italian Adriatic shores and therefore to the exploitation of salt water from the sea. Particular attention is paid to the so-called briquetage, a widespread salt-working process that made use of large quantities of fuel and coarse ceramic implements such as kilns, basins, pedestals, moulds, etc., in order to obtain salt-cakes of regular shapes suitable for use, transport and exchange.
Leaving out the economic and social relevance of salt production, which has been largely debated among scholars, and focusing on possible symbolic aspects, we propose to interpret a singular series of hand-made clay objects found in Piceno during the Eighties as votive offerings presented to their god by one or more groups of salt-workers. The seemingly unique context, dating to the archaic age, is composed of miniaturized pottery and other small enigmatic artifacts that, on the basis of a detailed series of observations, may be consistently explained as a small-scale representation of the instruments used for boiling and concentrating brine with the method of the briquetage.
Series
West&East. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici delle Università di Udine, Trieste, Venezia Ca’ Foscari
1 (2016)
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Paola Càssola Guida, "Il sale nella protostoria dell’Adriatico: una proposta di interpretazione per il deposito votivo di Cupra Marittima (Ascoli Piceno)" in: "West&East, 1 (2016)", Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2016, pp.38-63
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it
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