Heine e la vecchia Germania. La questione tedesca tra poesia e diritto

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«La Germania è stata a lungo – ed ora forse ritorna ad essere – un nodo centrale e insoluto della storia europea, un cuore di civiltà e di pericolo, quel groviglio di contraddizioni che Thomas Mann ha chiamato ‘disperatamente tedesco’. Questo libro intenso e vigoroso penetra in modo originale nei tortuosi e seducenti meandri della vecchia Germania, della sua storia e della sua poesia».
Claudio Magris

La ‘questione tedesca’ si presenta con urgenza nel 1814. Tra la sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna si discute sul futuro assetto politico della Germania. Quando potrà realizzarsi l’unificazione nazionale? Come favorirla? Con la Scuola Storica del diritto, Savigny propone di conservare l’eredità del vecchio Reich, invece di introdurre un codice civile sul modello napoleonico. Si creano così le premesse di un intreccio fra lo studio dell’antico diritto germanico, il Lied romantico e le aspirazioni di intellettuali che, come Jacob Grimm, credevano nella riscoperta delle tradizioni autentiche del popolo tedesco. Quel progetto liberalnazionale fallirà nel 1848. Questa nuova edizione, aumentata e aggiornata, del saggio apparso nel 1990 illumina questo peculiare intreccio fra diritto, letteratura e politica. Ma spiega anche come Heinrich Heine, il più grande poeta ebreo tedesco dell’Ottocento, abbia presto mostrato gli equivoci e le illusioni delle fascinazioni romantiche intorno all’identità tedesca.

Maria Carolina Foi insegna Letteratura tedesca all’Università di Trieste. Il suo campo di ricerca privilegiato sono le connotazioni giuridico-politiche della letteratura di lingua tedesca. Ha pubblicato diversi contributi sull’Ottocento (Kleist, Grillparzer, Mörike) e sul Novecento (Bahr, Broch, Arendt), e curato le edizioni del Viaggio nello Harz di Heinrich Heine e del Don Carlos di Schiller (Marsilio). Del 2013 è La giurisdizione delle scene. I drammi politici di Schiller (Quodlibet).

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    Heine e la vecchia Germania. La questione tedesca tra poesia e diritto
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2015)
    Foi, Maria Carolina
    In questa nuova edizione aumentata e aggiornata del saggio pubblicato nel 1990, Maria Carolina Foi ricostruisce la peculiare relazione fra diritto, letteratura e politica che caratterizza la Germania dopo il 1814. Quando potrà realizzarsi l’unificazione nazionale? Con la Scuola Storica del grande giurista Savigny si creano allora le premesse di un intreccio fra lo studio dell’antico diritto germanico, la poesia romantica e le aspirazioni di intellettuali che, come Jacob Grimm, credevano nella riscoperta delle tradizioni autentiche del popolo tedesco. Sullo sfondo dell’attuale successo internazionale delle ricerche su ‘Law and Literature’, il libro ricostruisce la germanistica ‘interdisciplinare’ delle origini e spiega perché quel progetto culturale e politico fallisce nel 1848. A fornire la chiave di questa interpretazione è Heinrich Heine, il massimo poeta ebreo tedesco dell’Ottocento. Il libro mette in relazione la sua formazione giuridica e le sue opere giovanili e analizza così il suo confronto critico con la vecchia Germania di Grimm e dei germanisti. Con la celebre formula di deutsche Misere, sarà infatti lui per primo a denunciare la distanza fra le conquiste spirituali, filosofiche e letterarie e l’arretratezza delle condizioni politico-sociali della Germania.
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