Turismo rurale, agriturismo ed ecoturismo quali esperienze di un percorso sostenibile

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La mobilità geografica connessa alla pratica turistica è un fenomeno in continua espansione, come confermato dai numeri complessivi dei suoi fruitori e così anche dalla dimensione globale in cui si esprime. Esso ha assunto, ormai, i connotati di un comparto produttivo strategico a motivo degli indubbi vantaggi che questo tipo di “industria” genera nel quadro dell'economia internazionale. Alla crescente quota di spazio consumato e all'enorme quantità di beni prodotti e servizi attivati, si accompagnano, inevitabilmente, diffuse e pesanti esternalità: modificazioni dell'ambiente con processi di inquinamento e degrado paesaggistico, congestione dei trasporti, perdita dell'identità locale, solo per citarne alcune. L’Organizzazione Mondiale del Turismo già da tempo ha preso atto dell'esistenza di tali effetti negativi indesiderati e si è impegnata nell'individuare e proporre strategie idonee ad affrontare questi problemi. L'esigenza di crescita economica mediante il turismo deve, quindi, contemperare la salvaguardia delle risorse ambientali, che costituiscono l'oggetto dell'attrazione turistica stessa, con i bisogni e le aspettative espressi dai turisti in modo da garantire, anche, il benessere delle comunità locali, nel presente come nel futuro. La pratica del turismo sostenibile pone ovviamente delle problematiche: la gestione dell'ospitalità e l'accesso alle risorse ambientali richiedono un'attenta pianificazione volta all'adozione di procedure e sistemi di valutazione d'impatto ambientale preventivi, in corso d'opera e successivi. Questo tipo di misurazione, molto spesso qualitativa e non quantitativa, implica processi di stima complessi, alle volte incerti e spesso soggettivi. Il turismo sostenibile, talora identificato come “alternativo” a quello di massa, si estrinseca in particolari modalità di fruizione. Ne sono esempi l'ecoturismo, che esalta il fattore del contatto del visitatore con un ambiente il più possibile incontaminato, prediligendo quindi la massima conservazione della qualità ambientale; il turismo rurale, che è finalizzato alla riqualificazione delle zone rurali depresse o in declino, offrendo al turista il soggiorno in un ambiente naturale ed antropico suggestivo e tradizionale. All'interno di quest'ultima tipologia, si distinguono forme operative specifiche quali l'agriturismo, in cui l'ospitalità, la ristorazione e la ricreazione si svolgono nell'ambito di un'azienda agricola, e l'albergo diffuso, che fornisce all'ospite un'esperienza di vita il più possibile coinvolgente ed autentica nel contesto di un borgo rurale di pregio. Questo studio intende offrire un contributo al tema della sostenibilità attraverso le voci di più ricercatori che espongono le loro idee o descrivono esperienze di dimensione regionale..

Carlo Donato è docente di Geografia economica e politica presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Sassari, dove insegna “Geografia economica”, “Geografia economica e del turismo” e “Geoeconomia”; presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università degli Studi di Udine, sede staccata di Gorizia, svolge l'insegnamento di “Geografia del turismo".

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