Rivista di economia e politica dei trasporti (REPoT) (2018) 2

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  • Publication
    La valutazione economica e il valore d’opzione nell’ACB: il caso della linea D della metropolitana di Roma
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Marabucci, Alessio
    Questo lavoro intende proporre un approccio diverso alla valutazione dell’incertezza nell’ambito della tradizionale Analisi Costi Benefici (ACB), seguendo un approccio che da qualche anno ormai si sta diffondendo in letteratura (in primis grazie agli importanti contributi di Pennisi e Scandizzo) e teso all’applicazione di alcuni concetti tipici della finanza (come il modello di Black & Scholes) all’ACB. In particolare, un singolo progetto viene visto come l’opportunità di creare valore (se eseguito) a fronte della distruzione di valore delle altre alternative (che non vengono intraprese) e la tecnica della valutazione mediante il valore d’opzione consente di tenere conto di queste opportunità. L’originalità (e l’utilità) di questo diverso approccio alla valutazione dei progetti di investimento potrebbe portare a riconsiderare ulteriormente il ruolo delle ACB circa la decisione di realizzare o meno grandi opere pubbliche, considerando adeguatamente tutte le opportunità che la realizzazione di ogni singolo progetto potrebbe creare. Questo diventa particolarmente rilevante nel caso in cui si tratta di completare un’opera già iniziata, che sia un prolungamento di una metropolitana o il potenziamento di un tratto ferroviario ad alta velocità, come la TAV Torino-Lione, dove la scelta se proseguire con il progetto o abbandonarlo apre un ventaglio composto da una molteplicità di scenari possibili, ognuno dei quali genera costi e benefici differenti. Dopo una breve rassegna sulla letteratura esistente si esporranno i risultati del modello di valutazione applicato ad un caso concreto, quello inerente la quarta linea metropolitana di Roma (la Linea D), che ad oggi è un progetto rimasto solo sulla carta, ma che in futuro potrebbe essere realizzata (anche mediante una partnership con un pool di investitori privati) e che quindi potrebbe generare un interessante caso studio sul quale applicare questa tecnica di valutazione.
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  • Publication
    Le infrastrutture di trasporto: accessibilità e investimenti. Una breve nota
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Cipollone, Angela
    Questo lavoro si pone l’obiettivo di valutare lo stato delle infrastrutture di trasporto e degli investimenti ad esse dedicati in Italia al termine della prolungata crisi economica degli anni 2008-2013 e nel triennio successivo. I principali risultati dell’analisi si concentrano in tre direzioni. In primo luogo, dall’analisi longitudinale della spesa annua in infrastrutture di trasporto sia di parte corrente che in conto capitale (dati OCSE), è stato possibile giungere ad una quantificazione dell’investment gap che l’Italia ha accumulato negli ultimi cinque anni e del suo impatto sul PIL. In secondo luogo, le tre principali caratteristiche distintive della qualità/quantità delle reti infrastrutturali (ovvero, accessibilità, dotazione e spesa) sono state messe simultaneamente in relazione con l’obiettivo di valutare il gap infrastrutturale dell’Italia rispetto all’UE-15, ossia il costo monetario che l’Italia dovrebbe sostenere al fine di ridurre lo svantaggio in termini di accessibilità dei nostri territori rispetto alla media UE-15. Infine, viene presentato un sintetico confronto tra l’impatto atteso del Piano Juncker alla vigilia del suo lancio e gli stanziamenti che sono effettivamente transitati nel nostro Paese attraverso tale iniziativa.
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  • Publication
    Gli effetti dell’inflazione nelle Analisi Costi Benefici applicate ai trasporti
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Marabucci, Alessio
    La metodologia dell’Analisi Costi Benefici (ACB) prevede, in linea di massima, che l’analisi venga condotta a prezzi costanti, ovvero senza includere considerazioni sulle variazioni dei prezzi dei beni e servizi oggetto della valutazione, cioè senza considerare il fenomeno dell’inflazione. La rimozione dell’inflazione serve essenzialmente a semplificare l’analisi, in quanto evita di dover fare stime, spesso laboriose e, in taluni casi, poco attendibili, sull’inflazione attesa lungo tutto l’arco di vita utile del progetto; è noto infatti che il problema della stima dell’inflazione diventa tanto più rilevante quanto più ci si spinge in avanti con gli anni a causa di una incertezza che diventa sempre più elevata. Il problema dovuto agli effetti di questa semplificazione però si presenta in maniera piuttosto rilevante quando esiste un differenziale di inflazione tra la variazione media del livello dei prezzi e la variazione media dei prezzi/costi dello specifico bene/servizio oggetto di valutazione. Tendenzialmente nel nostro paese, almeno negli ultimi anni, la variazione della componente di inflazione dovuta ai soli trasporti è più rilevante rispetto al più generale aumento medio dei prezzi, in quanto il costo del carburante (ma non solo) incide notevolmente sul paniere di spesa, per cui tale differenziale di inflazione può modificare, anche in modo significativo, gli esiti della valutazione di un progetto di investimento che riguarda appunto i trasporti. La formula del Valore Attuale Netto (VAN), ovvero l’indicatore più utilizzato per valutare se un investimento merita di essere intrapreso o meno, può essere adeguatamente corretta per tenere conto di questo fenomeno, e consente di ricavate un “valore soglia” del differenziale di inflazione tra costi e ricavi tale per cui il progetto non diventa più conveniente. Questo lavoro ha lo scopo di dimostrare il legame tra VAN e inflazione “differenziata”, nel più generale contesto teorico/pratico che riguarda il confronto tra modelli di valutazione a prezzi costanti e a prezzi correnti, con specifico riferimento alle valutazioni dei progetti di investimento inerenti ai trasporti.
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  • Publication
    Effetti della caduta del ponte Morandi sull’economia
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2018)
    Beltrametti, Luca
    ;
    Bottasso, Anna
    ;
    Conti, Maurizio
    ;
    Ferrari, Claudio
    ;
    Piana, Michele
    Nelle ore immediatamente successive al crollo del ponte Morandi, avvenuto il 4 agosto 2018, l'Università di Genova ha costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare con l'obiettivo di mettere a disposizione della città competenze trasversali con due principali obiettivi: rispondere alle sollecitazioni delle istituzioni e degli attori economici su specifici temi relativi ai problemi innescati dal crollo del viadotto e delineare ipotesi di lavoro a medio e lungo termine su alcuni macro-ambiti di riferimento. Tra le diverse sollecitazioni una riguardava la necessità di comprendere la magnitudine delle ricadute economiche derivanti dal crollo. Il lavoro che segue è stato condotto nelle settimane immediatamente successive al crollo, quindi in assenza di chiari riscontri statistici, con l'intento di delineare due scenari di riferimento entro i quali si ritiene possano rientrare gli effetti negativi sull'economia locale e del comparto territoriale del Nord-Ovest conseguenti al venir meno di un tratto di autostrada.
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