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Miti acquatici in miniatura: Ila, Narciso, Ermafrodito negli epigrammi di Ausonio
Mattiacci, Silvia
2017
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ISBN
978-88-8303-904-1
e-ISBN
978-88-8303-905-8
Abstract
Il presente articolo esamina alcuni epigrammi del ciclo mitologico di Ausonio dedicati a giovinetti il cui destino è in vario modo connesso all’elemento acqueo: Ila (106-107), Narciso (108-110, ma vd. anche 11 su Eco), Ermafrodito (111-112). Con esemplare esercizio di 'brevitas' e scaltrita tecnica allusiva, Ausonio dialoga con le 'Metamorfosi' di Ovidio (esplicitamente citate, in relazione a Ermafrodito, in ep. 72), sia cogliendo aspetti essenziali di quel testo, sia giocando a distanziarsene con versioni alternative (come nel caso di Ermafrodito) o integrative (come nel caso di Ila, il cui mito non compare in Ovidio ma di cui l’ep. 107 propone una singolare metamorfosi in fiore, come indica la lezione dei codici qui sostenuta con nuovi confronti). D’altro canto la ‘miniaturizzazione’ ausoniana del mito si rifà chiaramente a Marziale, che costituisce un modello fondamentale di adattamento del materiale mitico-narrativo (soprattutto ovidiano) alla forma breve dell’epigramma. Nuova è però la sensibilità con cui Ausonio reinterpreta la vicenda degli splendidi efebi: mentre la tradizione ne sottolineava gli aspetti pederastici, egli li collega a storie eterosessuali (Ila e le ninfe, Narciso ed Eco, Ermafrodito e Salmacide), eliminando quasi totalmente ogni riferimento omoerotico. Tale aspetto deve essere interpretato come il riflesso, nell’ambito del mito, della tendenza ausoniana a non rappresentare l’eros paidico, considerato evidentemente inopportuno dal mutato clima culturale e religioso, e a confinare la tematica omosessuale alla sfera dell’epigramma satirico.
This paper examines some epigrams of Ausonius’ mythological cycle, which are dedicated to young men whose fate is in various ways connected to the aqueous element: Hylas (106-107), Narcissus (108-110, but see also 11 about Echo) and Hermaphrodite (111-112). In an exemplary exercise of 'brevitas' and crafty allusive technique, Ausonius dialogues with Ovid’s 'Metamorphoses' (explicitly mentioned, in relation to Hermaphrodite, in ep. 72), both grasping the essential aspects of that text and playing at distancing himself from it with alternative versions (as in the case of Hermaphrodite) or integrative ones (as in the case of Hylas, whose myth does not appear in Ovid but is the subject of a metamorphosis in flower in ep. 107, as is shown by the manuscript lesson supported here with new comparisons). On the other hand, Ausonius’ ‘miniaturization’ of myth refers clearly to Martial, who is a basic model of adaptation of the mythicalnarrative material (especially Ovidian) to the short form of the epigram. New, however, is the sensitivity with which Ausonius reinterprets the stories of beautiful youths. While the tradition stressed their pederastic aspects, he connects them to heterosexual stories (Hylas and the Nymphs, Narcissus and Echo, Hermaphrodite and Salmacis), almost completely eliminating any homoerotic reference. This is to be interpreted as a reflection, as part of the myth, of Ausonius’ tendency not to represent the love of boys, evidently considered inopportune in the changed cultural and religious climate, and to confine the homosexual theme to satirical epigrams.
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EUT Edizioni Università di Trieste
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