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Il Cristo dissimulato. Simboli cristiani nell'Aquileia di Costantino e dei suoi successori
Sena Chiesa, Gemma
2012
Abstract
Some aquileian evidence of particular symbolism has been collected that witnesses the representation of Christ and of the Christian message through "real" figurations attested in the classical repertoire in which the research was focused on "the invisible in the visible." Starting from the oldest figurations, it could belong to the Christian cornmunity severa} stones adorned with the motif cited by Clement of Alexandria (Predagogus, III, Xl), such as fishes, the acrostic ICHTHYS, the anchor, fishermen and the most explicit composition fish I anchor cross ("fish and cross" group). After the 313 AD, two specific motifs prevail andare represented by the Good Shepherd and the Chrismon, which from the 4th to the 6th century also appear as ornaments on person and on spoons which were used not only at meal times, but also for the eucharistic celebrations. Because of its relevant significance, the Chrismon frequently appears on tombstones found in the various cemeteries in the city. Moreover the Constantine motif is widely used and with greater visibility on ornaments and furnishings in the basilicas and churches in Aquileia. A first example of this is represented by the Bishop Teodoro's mosaic inscription, situated in the south wing of the sacred complex he built.
Si sono raccolte alcune testimonianze aquileiesi di quel simbolismo particolare cui era affidata la rappresentazione di Cristo e del messaggio cristiano attraverso figurazioni "reali", presenti nel repertorio classico. In esse bisognava cercare I "'invisibile nel visibile". Partendo dalle figurazioni più antiche, potevano appartenere alla comunità cristiana le pietre ornate con i motivi citati da Clemente Alessandrino (Paedagogus, III, Xl), quali pesci, l'acrostico ICHTHYS, l'àncora, i pescatori, la più esplicita composizione pesci/àncora a croce (gruppo "fish and cross"), dopo il 313 si impongono due motivi specifici. Si tratta della raffigurazione del Buon Pastore e del Chrismon, che compare dal IV al VI secolo anche su ornamenti della persona e cucchiai usati non solo per la mensa, ma anche per le celebrazioni eucaristiche. Proprio per il suo alto significato, il Chrismon è ben documentato sulle lastre sepolcrali, rinvenute nei diversi cimiteri della città: è poi negli ornati e negli arredi di basiliche e chiese che il motivo costantiniano viene impiegato ad Aquileia con più ampiezza e maggiore visibilità, a partire dall'esempio nell'iscrizione musiva del vescovo Teodoro nell'aula sud del complesso sacro da lui costruito.
Journal
Publisher
Associazione Nazionale per Aquileia
Source
Gemma Sena Chiesa, ''Il Cristo dissimulato. Simboli cristiani nell'Aquileia di Costantino e dei suoi successori'', in: ''Aquileia Nostra'', 83/84 (2012/13), pp. 359-370
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it
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