Sul ruolo e la valutazione dei ‘minori’ nella poesia greca tardoantica

Abstract

Agosti tenta di delineare le caratteristiche principali della produzione letteraria greca fra il quinto e il sesto secolo. Egli sostiene che durante questo lasso di tempo gli autori, basandosi sull’esempio di Nonno di Panopoli, sperimentino nuove forme di poesia e di generi letterari, come il centone e il Bibelepik. Autori come Giovanni di Gaza, Agazia e Paolo Silenziario vedono se stessi impegnati in un agone con i loro modelli letterari. Agosti sostiene che è ingiusto etichettare il linguaggio poetico di tali autori come vano manierismo; invece, andrebbe visto come uno specimen di un comune codice retorico condiviso da élite di sofisticati scrittori. Agosti fa presente che questa letteratura apparentemente ‘minore’ contiene preziose istantanee che rivelano il livello di cultura (e il benessere sociale) nelle provincie dell’impero bizantino del sesto secolo.

Agosti attempts to sketch the main features of the Greek literary production between the fifth and sixth centuries. He argues that during this span of time authors, drawing on the example of Nonnus of Panopolis, experiment with new forms of poetry and literary genres such as the cento and the Bibelepik. Authors such as John of Gaza, Agathias and Paulus Silentiarius see themselves engaged in an agon with their literary models. Agosti argues that it is unfair to label the poetic language of these authors as empty mannerisms; instead, it should be seen as a specimen of a common rhetorical code shared by elites of sophisticated writers. Agosti points out that this seemingly "minor" literature contains valuable snapshots which reveal the level of culture (and social wealth) in the provinces of the sixth-century Byzantine empire.