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Forme – spazio

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L’opera è stata acquisita agli inizi degli anni settanta in occasione dell’apertura del Centro di Fisica Teorica di Miramare, come ricorda anche il talloncino apposto sul verso dallo stesso artista. Tra i molteplici campi dell’inesausta ricerca di Cernigoj su tecniche e materiali, un ruolo tutt’altro che secondario spetta proprio alla tarsia lignea, sperimentata per la prima volta all’inizio degli anni trenta in alcuni pannelli decorativi per la motonave Victoria e più volte riprodotti sulle pagine dei giornali specializzati (cfr. S. Vatta, Le gallerie galleggianti. Cernigoj decoratore, in Augusto Cernigoj (1898-1985). La poetica del mutamento, catalogo della mostra di Trieste, Civico Museo Revoltella 19 dicembre 1998 – 28 febbraio 1999, a cura di M. Masau Dan, F. De Vecchi, Trieste, Lint, 1998, pp. 83-87). L’artista riprenderà la sperimentazione in tal senso negli anni sessanta, grazie alla collaborazione della pittrice triestina Emanuela Marassi, specialista nel campo della tarsia lignea, che tradurrà con grande efficacia i bozzetti del maestro, tra tutti quelli per i grandi pannelli per il nuovo edificio del Teatro Sloveno. Oltre alle grandi scene narrative, Cernigoj sperimenterà anche composizioni astratte di dimensioni più ridotte, come quella in esame, o Spaziale, del 1966 conservato presso la collezione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che può essergli accostato per tematica, fornendo anche un possibile aggancio cronologico per la sua datazione. Non risulta che Forme – spazio sia mai stato presentato al pubblico.
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