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Testa di Scipio Slataper

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1965
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Il 26 giugno del 1965 gli eredi di Scipio Slataper, nel corso di una cerimonia ufficiale presieduta dal Rettore Origone, donarono all’Università di Trieste quello che impropriamente veniva definito “busto” del loro illustre parente. Un dono accolto con entusiasmo dal Rettore, che nel suo discorso non aveva mancato di notare come il poeta fosse stato “uno di quelli che vollero l’Università sul serio, e non di coloro che ritenevano la si dovesse richiedere e non mai ottenere”. L’opera era stata realizzata in bronzo dall’artista goriziana Sylva Bernt, che da tempo si era trasferita a Parigi dove si era accostata alle più moderne tendenze del Noveau Realisme, superando progressivamente la cifra martiniana degli esordi. In questa chiave si inserisce anche l’effige di Slataper, che appare quasi consumata dalla luce, concepita “come un’energia che deve trasfondere la materia e che si fa puro movimento di linee e profilo nello spazio. Le figure appaiono quasi soffiate, esse appartengono allo stesso respiro della luce nello spazio […] l’intento più segreto dell’artista è stato quello di giungere a plasmare la luce stessa, di rendere evento plastico la sua immateriale consistenza” (Toniato 1996). Il ricercato basamento su cui poggia la scultura, a fianco dello scranno destinato a ospitare i membri del senato accademico, era stato progettato da Umberto Nordio, che vi aveva anche fatto inserire a lettere capitali una frase dello stesso Slataper: “PRIMA DI TUTTO SONO UOMO/ POI SON POETA E NON LETTERATO/ POI SONO TRIESTINO”, e poi ancora “ SCIPIO SLATAPER/ TRIESTE 1888 – CALVARIO 1915”.
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