Rivista internazionale di tecnica della traduzione n.00 - 1992


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CONTENTS / SOMMARIO


John Dodds

Prefazione - Translation Criticism in Defence ofthe Profession


Daniel Gile

Pour que les écoles de traduction universitaires soient vraiment utiles


M.A.K. Halliday

Language Theory and Translation Practice


Sergio Viaggio

Contesting Peter Newmark


Anna Giambagli

Un aspetto particolare della traduzione tecnica: la traduzione presso le Comunità Europee. Studio di un caso


Lorenza Rega

Didattica della traduzione specializzata: un primo approccio metodologico sulla scorta del sottotipo bilancio


Federica Scarpa

Traduzione specializzata e revisione: osservazioni sulla non-anglicizzazione di un testo geografico tradotto dall'inglese in italiano


Christopher Taylor

La traduzione dello 'speakeraggio' di un film documentario


Avirovic Ljiljana

La traduzione teatrale come hortus conclusus e il rapporto con la scena


Mark Brady

La teoria ancorata alla realtà


Silvia Campanini

Esistono barriere linguistiche all'umorismo di David Lodge? La traduzione italiana di 'Small World'


David Katan

Traduzione e significato pragmatico ne 'l morti di James Joyce


Elisabeth Koenraads

La traduzione del dialetto nella versione olandese de 'Il fu Mattia Pascal' di Luigi Pirandello


Gerald Moore

The Laughing Cry of the Translator


Maria Teresa Musacchio

Disparità di registro e diversità culturali nel nuovo Hazon Garzanti


Gerald Parks

Recensione de 'l dinasti' di Thomas Hardy - traduzione di G. Singh


Dolores Ross

De onzichtbare steden: un commento critico


Dolores Sanchez Montero

Traduzioni e ... 'otras invenciones'


Maurizio Viezzi

Traduzione e intermediazione culturale: riflessioni sulla traduzione italiana di 'The Satanic Verses' di Salman Rushdie


Details

This first pilot issue of the 'Rivista internazionale di tecnica della traduzione' (N°0) is a review designed to meet some of the requirements expressed during two recent and extremely important conferences held here in Trieste: the first, 'Autori e traduttori a confronto', was a meeting between two internationally renowned ltalian authors, Umberto Eco and Claudio Magris, and their many translators who have provided target versions of 'Il nome della rosa' and 'Danubio' in a multitude of languages; the second conference, 'Editori e traduttori a confronto', organized along similar lines, created a forum of discussion between translators (literary, sci/tech and lexicographical), their professional associations and major publishing houses on the many problems existing in this relationship and particularly on how to reconcile working conditions, deadlines and remuneration with translation quality.

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Recent Submissions

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  • Publication
    Traduzione e intermediazione culturale: riflessioni sulla traduzione italiana di 'The Satanic Verses' di Salman Rushdie
    (Campanotto Editore Udine, 1992)
    Viezzi, Maurizio
    L'edizione italiana di 'The Satanic Verses' (I versi satanici, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1989, traduzione di Ettore Capriolo) sembra particolarmente interessante ai fini di una discussione del ruolo di intermediazione culturale che il traduttore svolge o dovrebbe svolgere. Le caratteristiche dell'opera, infatti, con i suoi riferimenti ad esperienze così diverse rispetto alla realtà culturale della maggior parte del pubblico italiano, sembrano rappresentare il terreno ideale per l'assunzione, da parte del traduttore, del ruolo di mediatore fra culture. In questa analisi de l versi satanici, o meglio, in queste riflessioni, si cercherà di vedere se e in che misura tale ruolo sia stato effettivamente ed efficacemente svolto e se, quindi, il lettore italiano sia stato messo nelle condizioni ideali per affrontare ii testo e comprenderne, nella misura del possibile, implicazioni e riferimenti. In questa breve disamina si cercherà di riflettere tre aspetti particolari della traduzione italiana di 'The Satanic Verses' che sembrano mettere in evidenza un'insufficiente attenzione nei confronti delle esigenze del lettore, al quale non sempre vengono forniti strumenti adeguati che lo aiutino a penetrare e comprendere una realtà culturale e linguistica profondamente diversa.
      1224  1130
  • Publication
    Traduzioni e ... "otras invenciones"
    (Campanotto Editore Udine, 1992)
    Sanchez Montero, Carmen
    L'opera di Cela che ci viene proposta nella traduzione fa parte della sua produzione degli anni '40, anni nei quali si manifesta la sua singolare capacità di romanziere con 'La familia de Pascual Duarte' (1942). Seguirono altri romanzi di successo che consolidarono la sua fama. Com'era naturale, i romanzi di maggior successo cominciarono ad essere tradotti in altre lingue e, dopo l'attribuzione del Nobel, anche quelli meno conosciuti. Non sempre, purtroppo, come esporremo nella nostra recensione, la traduzione si attiene con la maggiore fedeltà possibile al testo originale. Nel nostro caso, il traduttore non sembra aver seguito nessun metodo, poiché traduzione letterale e italianizzazione del testo s'intrecciano indistintamente, trascurando, inoltre, quella fedeltà dovuta allo spirito della lingua originale e a quello della propria.
      779  1184
  • Publication
    De onzichtbare steden: un commento critico
    (Campanotto Editore Udine, 1992)
    Ross, Dolores
    Amsterdam: Bakker, 1981. Con Le città invisibili ltalo Calvino ha scritto "un resoconto di viaggi attraverso città che non trovano posto in nessun atlante" e di cui "non si sa a quale passato o presente o futuro appartengano" (copertina). Nonostante questa ambientazione fantastica, si possono cogliere continuamente allusioni a città reali del passato e del presente (cfr. de Meijer 1984: 759- 847). E' questo delicato equilibrio tra finzione e realtà, tra moderno e antico, questo alternarsi di estraniamento e identificazione storico-geografica, che costituisce la base sulla quale organizzare la traduzione de Le città invisibili. Mi sembra che la traduzione neerlandese de Le città invisibili abbia alterato questo equilibrio, che essa propenda per l'estraniamento, riducendo sensibilmente le possibilità per il lettore neerlandese di identificare situazioni storiche e geografiche reali.
      798  825
  • Publication
    Recensione de 'l dinasti' di Thomas Hardy'", traduzione di G. Singh
    (Campanotto Editore Udine, 1992)
    Parks, Gerald
    Il poema drammatico-epico l dinasti costituisce forse l'opera più ambiziosa di Thomas Hardy, anche se a tutt'oggi esso è stato abbastanza trascurato dal grande pubblico e, in parte, dalla critica. Infatti, il genere del poema lungo ha goduto di poca stima e ancor meno popolarità in questo secolo, il che può spiegare la riluttanza dei più ad awicinarsi ad un'opera poetica di mole enorme, scritta in forma drammatica con centinaia di personaggi, e una nutrita compagine di spiriti ultraterrestri (chiaramente simboli poetici, un po' macchinosi, che hanno il compito di condurre il dibattito morale-filosofico su un piano di pura idealità). Eppure, nonostante le difficoltà oggettive, un lettore paziente sarà ben ricompensato dallo sforzo interpretativo richiesto, tanto che si potrà forse dire che questa è l'opera più importante di Thomas Hardy, e la sua concezione di più alta poesia. E' dunque con rispetto e gratitudine che si guarda E' dunque con rispetto e gratitudine che si guarda alla traduzione di G. Singh, che serve mirabilmente allo scopo di introdurre il lettore italiano al mondo de l dinasti. Infatti, la prefazione di Singh inquadra bene tutta l'opera, presentandone i temi e le caratteristiche in modo succinto e chiaro, mentre la traduzione stessa è stata eseguita con cura. Il limite maggiore del libro è il fatto di non essere la traduzione integrale dell'opera. In questo modo è impossibile formarsi un'idea organica ed unitaria dell'opera, la quale viene così ridotta ad una serie di brillanti frammenti. E' chiaro perciò che risulta impossibile valutare la traduzione in base ai criteri pragmatici globali, cioè di effetto artistico complessivo. Tutto quel che si può fare è di esaminare le procedure di traduzione e gli esiti raggiunti in una serie di microanalisi, trattando ogni scena dell'opera come se fosse una poesia lirica priva di un più ampio contesto.
      1058  766
  • Publication
    Disparità di registro e diversità culturali nel nuovo Hazon Garzanti
    (Campanotto Editore Udine, 1992)
    Maria Teresa, Musacchio
    Quando apparve nel 1961, il dizionario Hazon Garzanti era il primo bilingue inglese-italiano/italianoinglese del dopoguerra e si collocava nel contesto della rinascita degli studi sulla lingua e la letteratura inglese e della scoperta degli scrittori angloamericani dopo il periodo di bando del fascismo, quando l'inglese si andava affermando come lingua internazionale di scambio a tutti i livelli. Dalla pubblicazione agli anni Ottanta è stato il vocabolario che ha accompagnato buona parte degli studenti italiani nell'apprendimento della lingua inglese, ma già negli anni Settanta appariva inadeguato e non solo per motivi di inevitabile obsolescenza: la maggiore disponibilità di opere di riferimento e consultazione, l'evoluzione della didattica delle lingue e i sempre più facili e rapidi contatti con i paesi di madrelingua inglese portavano alla luce lacune e imprecisioni dell'opera. Negli anni Ottanta I'Hazon era ormai comunemente ritenuto antiquato e inaffidabile;perciò, affrontando la nuova edizione (1990), se è doveroso. da un lato riconoscere il contributo del dizionario alla diffusione e allo studio della lingua inglese in Italia, dall'altro si sente la necessità di verificarne la qualità e l'affidabilità dei contenuti.Tutti i dizionari sono perfettibili e I'Hazon è senza dubbio migliorato, ma non ha ancora raggiunto il livello e l'affidabilità che si vorrebbero vedere in un bilingue inglese/italiano del suo formato.
      905  732