«Basta, qui siamo finiti!» 1938: le leggi razziste a Trieste / «That’s it, we’re done here!» 1938: the Racist Laws in Trieste

SOMMARIO / CONTENTS

Haddad Rav Ariel

Le leggi razziste del 1938 - Rav Ariel Haddad

Tabor Mauro Moshe

A 80 anni dal 1938: ricordare o fare memoria attiva?

Perissinotto Matteo, Di Fant Annalisa, Catalan Tullia

Introduzione

Catalan Tullia

Antisemitismo politico

Perissinotto Matteo

I censimenti razzisti di Trieste

Di Fant Annalisa

Propaganda locale

Catalan Tullia

Il discorso di Mussolini

Maggi Vanessa

Ebrei stranieri

Bergamasco Sara

Scuole

Catalan Tullia

Università

Perissinotto Matteo

Negozi e piccolo commercio

Mezzoli Erica

Grandi imprese

Mezzoli Erica

Borsa e assicurazioni

Mezzoli Erica

Libere professioni

Di Fant Annalisa

Cultura e sport

Maggi Vanessa

Konfessionslos, convertiti e ""misti""

Perissinotto Matteo, Colombatti Antonietta

Delazioni e zelo amministrativo

Perissinotto Matteo

Le «discriminazioni»

Petroni Maurizio

I primi ebrei antifascisti a Trieste

Catalan Tullia

Emigrazione

Di Fant Annalisa

La scuola ebraica

Fattorini Stefano

Tracce scritte, storie individuali

Di Fant Annalisa

Pietre d’inciampo

Details

Trieste può essere considerata fin dal tardo Ottocento, un “laboratorio di razzismo”, antislavo e antisemita. Questo catalogo raccoglie i materiali esposti nella mostra «Basta, qui siamo finiti!» 1938: le leggi razziste a Trieste e intende ricostruire, attraverso molta documentazione ancora inedita, la prassi persecutoria del razzismo fascista antisemita e le reazioni dei singoli ebrei e della società maggioritaria nei mesi convulsi tra la primavera del 1938 e i primi mesi del 1939. Fu il periodo in cui il regime fascista decise di iniziare a perseguitare i diritti dei cittadini italiani di religione e origine ebraica, e lo fece in modo particolarmente rigoroso a Trieste, come se il fascismo locale volesse smentire una volta per tutte la fama di città più «giudaizzata» del Regno, secondo le parole d’ordine della propaganda antisemita nazionale.

Tullia Catalan, è professore associato di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, dove insegna Storia Contemporanea e Storia dell’Ebraismo. Responsabile scientifica del Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner” e membro del comitato di direzione delle riviste “Quest: Issues in Contemporary Jewish History” della Fondazione CDEC di Milano e di “Memoria e Ricerca”. La sua più recente pubblicazione è Under observation: Italian Jewry and European Jewish Philantropic Organizations in 1938-1939, nel collettaneo Italian Jewish Networks from the Seventeenth to the Twentieth Century. Bridging Europe and the Mediterranean (Palgrave Macmillan, New York, 2018).
Tullia Catalan is an Associate Professor of Modern History in the Department of Humanities at the Università degli Studi di Trieste, where she lectures Modern History and Jewish History. She is the scientific director of the “Carlo e Vera Wagner” Museum of the Trieste Jewish Community and a member of the editorial board for the journal Quest: Issues in Contemporary Jewish History, published by the Fondazione CDEC in Milan, and for Memoria e Ricerca. Her most recent publication is ‘Under Observation: Italian Jewry and European Jewish Philanthropic Organizations in 1938-1939’, in the edited volume Italian Jewish Networks from the Seventeenth to the Twentieth Century. Bridging Europe and the Mediterranean (Palgrave Macmillan, New York, 2018).

Annalisa Di Fant, dottore di ricerca in Forme della comunicazione del sapere storico presso l’Università degli Studi di Trieste, si è occupata di antisemitismo cattolico, scrivendone nella collettanea Storia della Shoah in Italia (UTET, Torino, 2010). Lavora al Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner”, di cui ha curato il riallestimento tra il 2014 e il 2015.
Annalisa Di Fant, holds a PhD in Forms of communicating historical knowledge from the Università degli Studi di Trieste. She studied Catholic anti-Semitism, writing on the subject in the edited volume Storia della Shoah in Italia (UTET, Turin, 2010). She works at the “Carlo e Vera Wagner” Museum of the Trieste Jewish Community, where she curated the new set-up in 2014-2015.

Matteo Perissinotto, ricercatore presso l’Università di Lubiana all’interno del progetto ERC Postwar trasistions in gendered perspective: the case of the North-Eastern Adricatic Region. Nel 2016 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Trieste. Managing editor della rivista “Quest. Issues in Contemporary Jewish History”, collabora con il Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner” e con la Fondazione Museo della Shoah di Roma. La sua ultima pubblicazione è Il difficile equilibrio tra identità ebraica e patriottismo durante la Prima guerra mondiale (1914-1918) in “Annali di Italianistica” (36/2018).
Matteo Perissinotto, a researcher at the University of Ljubljana, working on the ERC project Postwar transitions in gendered perspective: the case of the North-Eastern Adriatic Region. In 2016 he received his doctorate from the Università degli Studi di Trieste. Managing editor of the journal Quest: Issues in Contemporary Jewish History, he collaborates with the “Carlo e Vera Wagner” Museum of the Trieste Jewish Community and the Holocaust Museum Foundation in Rome. His most recent publication is ‘Il difficile equilibrio tra identità ebraica e patriottismo durante la Prima guerra mondiale (1914-1918)’ in Annali di Italianistica (36/2018).

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