2019 / 24 Prospero. Rivista di letterature e culture straniere

CONTENTS / SOMMARIO


Il “mito absburgico” e le conseguenze. Per l’ottantesimo compleanno di Claudio Magris germanista

Foi Maria Carolina, Pirro Maurizio, Rispoli Marco

Il “mito absburgico” e le conseguenze

Pirro Maurizio

L’immagine del Settecento nei lavori di Claudio Magris storico della letteratura

Ruthner Clemens

Die ambivalente Aufgabe des Mythologen.Il mito absburgico nach einem halben Jahrhundert 'generationeller' Lektüre

Zivkovic Yvonne

Claudio Magris und die mitteleuropäische Form

Wolf Norbert Christian

Der «habsburgische Mythos» und die kakanische Tradition. Wie Claudio Magris’ Deutung der Wiener Moderne von dieser selbst geprägt ist

Furlani Simone

Claudio Magris e il lungo addio alla modernità

Campobasso Maria Giovanna

«L’avvocato della totalità»: Claudio Magris su Friedrich Hebbel

Foi Maria Carolina

Magris, Grillparzer e il katechon

Puccioni Linda

Oltre Chandos: il colore come superamento della crisi della parola e dell’io nella prosa di Hugo von Hofmannsthal

De Villa Massimiliano

“Lo splendore triste dei denigrati”: il Viaggio in Galizia di Joseph Roth

Reinhardt Ulrike Jelena

Attraversare la terra come in mare. Paesaggi ibridi sul Danubio di Claudio Magris tra Kafka e Canetti

La Manna Federica

Danubio. La biblioteca dell’inatteso

Zinato Emanuele

Disincanto e totalità: le micronarrazioni nel saggismo di Claudio Magris

Baric Daniel

Die Wiederentdeckung von Mitteleuropa in der kroatischen Prosa der 1980er Jahren: von Pula nach Pola, von Rijeka nach Fiume

Dogà Ulisse

Claudio Magris traduttore della letteratura tedesca

Ladron De Guevara Pedro

Claudio Magris: un germanista dall’aula ai giornali.


Miscellanea

Bissani Atmane

Kilito et la fabrique du texte. Lieux de la mémoire et enjeux de la création romanesque

Akiki Karl

De la Lecture comme mélange

Tomaiuolo Saverio

Il terrorismo tra delitto e castigo: "Con gli occhi dell’Occidente" sugli schermi italiani

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Recent Submissions

Now showing 1 - 5 of 20
  • Publication
    Prospero. Rivista di letterature e culture straniere N° XXIV - MMXIX
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Prospero. Rivista di letterature e culture straniere è una rivista annuale a stampa e online ad accesso aperto del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste (DiSU), pubblicata dal 1994 presso la casa editrice EUT Edizioni Università di Trieste. È apparsa in precedenza con il complemento di titolo Rivista di letterature e civiltà Anglo-germaniche e, dal 2005 al 2011, con quello di Rivista di Letterature straniere, Comparatistica e Studi culturali. La rivista pubblica contributi originali dedicati alle letterature di lingua inglese, tedesca e francese. Prospero ospita contributi inediti di studiosi italiani e stranieri che pongono il testo letterario e l’analisi testuale al centro di più ampie riflessioni di carattere ermeneutico, filologico e storico-culturale. In particolare, si apre alle convergenze di carattere interdisciplinare e transdisciplinare tra la letteratura e gli altri saperi. Numeri monografici curati da guest editors italiani e stranieri su temi specifici si alternano a numeri miscellanei.
      257  4639
  • Publication
    Il terrorismo tra delitto e castigo: "Con gli occhi dell’Occidente" sugli schermi italiani
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Tomaiuolo, Saverio
    Durante quelli che sono stati definiti come gli “Anni di Piombo”, la televisione italiana ha mostrato un grande interesse per il messaggio politicamente pregnante dei romanzi conradiani. Dopo aver tradotto per lo schermo The Secret Agent nel 1978, la RAI l’anno successivo propone una versione televisiva di Under Western Eyes per la regia di Vittorio Cottafavi. Nonostante la sostanziale aderenza all’ipotesto di partenza, Con gli occhi dell’Occidente (1979) offre una rilettura di Conrad alla luce delle vicende coeve e dei loro sviluppi, riflettendo nello specifico su quello che avrebbe rappresentato il futuro (e al tempo stesso avrebbe decretato l’implosione) del fenomeno terroristico: la presenza dei collaboratori e del pentitismo. Victor Haldin, il rivoluzionario “puro”, e Kyrilo Sidorovitch Razumov, il “traditore” angosciato da mille dubbi e ripensamenti, costituiscono i due poli all’interno dei quali si snoda una vicenda che si interroga sulla coerenza e sulla corruzione degli ideali di libertà. L’interpretazione distorta di quei medesimi ideali avrebbe trasformato ad esempio persone comuni quali Guido Rossa (un semplice operaio e sindacalista) o Roberto Peci (fratello del “pentito” Patrizio Peci) in vittime sacrificali di una visione del mondo difficile, se non incomprensibile, da giudicare “under Western eyes”. In questo senso, lo sceneggiato Con gli occhi dell’Occidente riesce a cogliere la temperie di quel momento così travagliato della storia d’Italia, e al tempo stesso ad anticipare la fine del fenomeno terroristico, dimostrando come Conrad possa essere riletto e “adattato” in forme sempre nuove che evidenziano la costante attualità dei suoi testi.
      197  337
  • Publication
    De la Lecture comme mélange
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Akiki, Karl
    Based on the theory of Roland Barthes Pleasure of the text, this article dives into the work of Charif Majdalani, a French-writing Lebanese author as it questions the contemporary novelistic concept. The ’’récits de filiation’’ of Majdalani’s body of work are studied through their narratology and its effects on the reader. This article also questions the collapse of the sacred trilogy, writer, story-teller and main character, trademark of this 21st century’s literature. The objective here is also to highlight the correlation between the storytelling and the course of History in the Lebanese novel: this double movement allows then the fiction to fill in the voids of the reality.
      180  625
  • Publication
    Kilito et la fabrique du texte. Lieux de la mémoire et enjeux de la création romanesque
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    Bissani, Atmane
    A theorist and a practitioner of the literary text, Kilito provides us with a piece of work in which he ‘thinks’ that reality (the world) starts from two major perspectives: one is aesthetical and the other is philosophical. Aesthetically, Kilito’s writing is situated in-between the storytelling and the essay. This means that his fiction could be seen as an impure literary expression, proceeding by means of entanglements and overlaps between genres and categories. That is why we are inclined to label Kilito as a rhapsode, muallif, considering that he builds his fictional universe out of scattered elements, originating, here and there, in the classical Arabic tradition, but updated to a nowadays context. Philosophically, Kilito’s writing asks questions and problematises as it focuses on notions taken from the classical Arabic culture. Such notions are ontologically decisive and substantial. One example is the notion of the Author, al-muallif, or that of the origin of the text as it is the case of Arabian Nights, a text whose origin is contested by the author in La langue d’Adam. My ultimate goal hereinafter is to deal with Kilito’s art of writing, that is to say with the fictional construction process, as one can recognize it in the traces of his writing, not only of the fictional, but also of the essayistic one. I will consider the ‘fabrication’ of fiction at Kilito, on the one hand, starting from an analysis of the three essential components of his work as a rhapsode : the somatic, the poetic and the book-related memory. On the other hand, I will deal with the impure writing (postmodern aesthetics) at Kilito, a reader of the Arabian Nights, of Kundera, of Kafka, of Cervantes and of the classics of the field, so as to open the text to its semantical as well as aesthetical possibilities.
      273  983
  • Publication
    “Lo splendore triste dei denigrati”: il Viaggio in Galizia di Joseph Roth
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2019)
    De Villa, Massimiliano
    Starting from Claudio Magris’ fundamental reflection on the relationship between the Eastern-Jewish tradition and German-language literature on the basis of Joseph Roth’s works, the contribution focuses the attention on Roth’s Reise durch Galizien published in 1924, analysing through a close reading the three reports that make it up and trying to recognize, in comparison with his other works of journalism, non-fiction and narrative written in the same years or later, the points of discontinuity or anticipation, the specificities of the genre and the constant themes.
      382  691