08. “Sei tutta tenebre” Marta da San Daniele: una santità mancata nel Friuli del ’600

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Marta Fiascaris da San Daniele ha numerosi seguaci in Friuli e in ambito triestino. Sono donne di ceto sociale diverso e predicatori di più ordini religiosi, ma l’incontro con Marta avviene attraverso gli atti dell’annoso processo inquisitoriale (1649-1656) di cui è protagonista con l’accusa di falsa santità, che sottintende quella di eresia e di illusione diabolica. Ogni vicenda umana si colloca e definisce all’interno delle categorie di tempo e di spazio e quella di Marta non fa eccezione. Il tempo è la prima metà del ’600 e i fatti sono particolarmente ricchi di implicazioni sociali, per una riflessione intorno alle inquietudini religiose e alle forti esigenze di controllo sociale che emergono nel Friuli dell’epoca. Lo spazio va definito sul piano sociale ed è caratterizzato, per le masse contadine, da drammatiche condizioni di carestia e morte. La storia di Marta si inserisce in questo quadro. Donna di umile stato sociale, nubile e figlia di un’ebrea convertita, porta con sé la cultura religiosa delle “Sante Vive” del ’500 ed è attratta dalla vita mistica che manifesta con Visioni e Rivelazioni, portatrici di un messaggio in chiave prettamente femminile che la spinge a soccorrere poveri, malati e bisognosi. Nel compiere la sua missione incorre in un gravissimo errore: dimentica di essere donna, donna che sa leggere, scrivere, argomentare e osa sfidare il rigido apparato del potere della Chiesa. Quella di Marta è un’alterità incomprensibile per gli uomini dell’Inquisizione che possono solo cancellarla, riducendola nelle categorie del diabolico o del folle.

Sandra Dolso ha insegnato per 40 anni facendo esperienza in più ordini di scuole, dalla primaria alla secondaria di secondo grado. Ha seguito con specifici approfondimenti il campo psico-pedagogico e quello storico-letterario. Abilitata all’insegnamento di Filosofia e storia e di Materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, ha insegnato in varie sedi maturando esperienze in ambienti plurilinguistici e socio-culturali diversi. Si è a lungo occupata delle problematiche legate all’educazione interculturale, collaborando con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio del Friuli Venezia Giulia in programmi e progetti a livello nazionale ed europeo.

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    “Sei tutta tenebre” Marta da San Daniele: una santità mancata nel Friuli del ’600
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2020)
    Dolso, Sandra
    Marta Fiascaris da San Daniele ha numerosi seguaci in Friuli e in ambito triestino. Sono donne di ceto sociale diverso e predicatori di più ordini religiosi, ma l’incontro con Marta avviene attraverso gli atti dell’annoso processo inquisitoriale (1649-1656) di cui è protagonista con l’accusa di falsa santità, che sottintende quella di eresia e di illusione diabolica. Ogni vicenda umana si colloca e definisce all’interno delle categorie di tempo e di spazio e quella di Marta non fa eccezione. Il tempo è la prima metà del ’600 e i fatti sono particolarmente ricchi di implicazioni sociali, per una riflessione intorno alle inquietudini religiose e alle forti esigenze di controllo sociale che emergono nel Friuli dell’epoca. Lo spazio va definito sul piano sociale ed è caratterizzato, per le masse contadine, da drammatiche condizioni di carestia e morte. La storia di Marta si inserisce in questo quadro. Donna di umile stato sociale, nubile e figlia di un’ebrea convertita, porta con sé la cultura religiosa delle “Sante Vive” del ’500 ed è attratta dalla vita mistica che manifesta con Visioni e Rivelazioni, portatrici di un messaggio in chiave prettamente femminile che la spinge a soccorrere poveri, malati e bisognosi. Nel compiere la sua missione incorre in un gravissimo errore: dimentica di essere donna, donna che sa leggere, scrivere, argomentare e osa sfidare il rigido apparato del potere della Chiesa. Quella di Marta è un’alterità incomprensibile per gli uomini dell’Inquisizione che possono solo cancellarla, riducendola nelle categorie del diabolico o del folle.
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