Options
Sonata in re maggiore op. 10 n. 3. Primo movimento: Presto
2020
Abstract
Le Sonate op. 10
Composte tra il 1796 e il 1798 e dedicate alla Contessa Anna Margarete von Browne, le tre Sonate op.10 costituiscono la seconda triade pianistica pubblicata da Beethoven. Analogamente al trittico dell’op. 2, i tre pannelli sono pensati come un polittico inscindibile, connesso al proprio interno da una rete di relazioni motiviche e contenutistiche che ne garantiscono coerenza e saldezza costruttiva. Riepilogo di esperienze compiute e avvio del percorso successivo, le tre sonate svolgono un ideale processo di tesi, antitesi e sintesi che si avvale, nelle proprie articolazioni, di alcuni principi comuni. Innanzitutto l’utilizzo di un Ur-Thema, serbatoio da cui tutto deriva per trasformazione e grazie al quale il conflitto motivico risulta in realtà apparente, in quanto ogni organismo tematico sorge da scelte di volta in volta differenziate generate dalle possibili trasformazioni dell’archetipo originario. Secondariamente l’azione esercitata dalla polarità luce-ombra, di matrice goetheana, che orienta e dinamizza il percorso metamorfico della forma. Sonata in re maggiore op. 10 n. 3 L’intervallo di quarta rappresenta l’idea fondante della terza Sonata, la più celebre, considerata unanimemente il vertice costruttivo ed emotivo del trittico e la sua ideale sintesi. Il primo dei quattro movimenti, un Presto di ampie dimensioni, trae infatti da questo germoglio motivico lo spunto per la creazione del primo tema, un frammento scalare di quarta discendente, ancora una volta anacrusico, subito rielaborato grazie all’inversione dell’intervallo in quinta ascendente, a sua volta arricchito da un’altra cellula fondamentale, quella di seconda. Da un’idea semplicissima e straordinariamente fertile, una sorta di formema, Beethoven costruisce dunque un organismo compositivo auto-fondato, con una scrittura pianistica che coniuga rigore e fantasia. Primo movimento: Presto
Composte tra il 1796 e il 1798 e dedicate alla Contessa Anna Margarete von Browne, le tre Sonate op.10 costituiscono la seconda triade pianistica pubblicata da Beethoven. Analogamente al trittico dell’op. 2, i tre pannelli sono pensati come un polittico inscindibile, connesso al proprio interno da una rete di relazioni motiviche e contenutistiche che ne garantiscono coerenza e saldezza costruttiva. Riepilogo di esperienze compiute e avvio del percorso successivo, le tre sonate svolgono un ideale processo di tesi, antitesi e sintesi che si avvale, nelle proprie articolazioni, di alcuni principi comuni. Innanzitutto l’utilizzo di un Ur-Thema, serbatoio da cui tutto deriva per trasformazione e grazie al quale il conflitto motivico risulta in realtà apparente, in quanto ogni organismo tematico sorge da scelte di volta in volta differenziate generate dalle possibili trasformazioni dell’archetipo originario. Secondariamente l’azione esercitata dalla polarità luce-ombra, di matrice goetheana, che orienta e dinamizza il percorso metamorfico della forma. Sonata in re maggiore op. 10 n. 3 L’intervallo di quarta rappresenta l’idea fondante della terza Sonata, la più celebre, considerata unanimemente il vertice costruttivo ed emotivo del trittico e la sua ideale sintesi. Il primo dei quattro movimenti, un Presto di ampie dimensioni, trae infatti da questo germoglio motivico lo spunto per la creazione del primo tema, un frammento scalare di quarta discendente, ancora una volta anacrusico, subito rielaborato grazie all’inversione dell’intervallo in quinta ascendente, a sua volta arricchito da un’altra cellula fondamentale, quella di seconda. Da un’idea semplicissima e straordinariamente fertile, una sorta di formema, Beethoven costruisce dunque un organismo compositivo auto-fondato, con una scrittura pianistica che coniuga rigore e fantasia. Primo movimento: Presto
Rights
Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 Internazionale
File(s)