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Geografia di una crisi (in)archiviata. Nati-mortalità delle imprese italiane in un decennio critico
Geography of an (in)archived crisis. Birth-death rates of Italian companies in a critical decade
D'Aponte, Tullio
La Foresta, Daniela
2020
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e-ISSN
2282-572X
Abstract
Archiviato il periodo più oscuro della crisi globale del 2008, opportune scelte di politica economica avrebbero dovuto consentire all’Italia di intraprendere una nuova traiettoria di sviluppo, superando la condizione di debole incremento del PIL che, sin dagli anni Novanta e per oltre un quindicennio, aveva caratterizzato la crescita economica del Paese (Draghi, 2009).
Tuttavia, nonostante la presenza di un mix di fattori che la letteratura ritiene strettamente correlati allo sviluppo, le aspettative sono andate deluse e la crescita attesa si è ridota ad un modesto incremento strutturale della ricchezza prodotta (Research*eu, 2018).
In un simile scenario d’incertezza e instabilità, la posizione dell’Italia, seconda potenza manifatturiera in Europa, appare pericolosamente vulnerabile in termini di “sopravvivenza” del proprio assetto produttivo, anche in ragione dell’accelerato ricambio che caratterizza la struttura del tessuto imprenditoriale nazionale, indissolubilmente dominato dalla diffusa prevalenza di aziende medio-piccole (Pagano, Schivardi, 2003).
Un segnale incoraggiante di apparente dinamismo positivo traspare, a valle del 2015, dall’emergere della riduzione della forbice che misura il saldo tra iscrizioni e cancellazioni di nuove attività imprenditoriali; forbice dipendente dal capovolgimento, in senso positivo, del valore tendenziale dei relativi tassi del turnover netto delle imprese attive registrate.
Nell’interpretare il fenomeno in termini di potenziale indicatore di una nuova fase di riequilibrio del sistema, diversi studiosi (Fantozzi, Marotta, 2006; Holmes et Al., 2009; Del Bosco, 2014; Rullani, 2014) suggeriscono l’opportunità di un’esplicita attenzione da rivolgere agli aspetti “territoriali” del modello imprenditoriale per meglio leggere le concrete prospettive di complessivo riassetto del sistema, attraverso l’introduzione di processi d’innovazione tecnologica, da un verso, e di più esplicita sensibilità sociale ed ambientale, dall’altro. Accogliendo tale suggestione, la ricerca che qui si presenta, muovendo da una rappresentazione delle geometrie del dimensionamento aziendale e dalla distribuzione in termini di attività settoriali, ne proietta gli andamenti recenti a scala geografica, allo scopo di pervenire ad un raffronto di natura diacronica tra assetti antecedenti gli anni della grande crisi e realtà successive, evidenziate dalle più recenti risultanze statistiche*.
Il percorso di analisi, pertanto, si snoderà attraverso diversi passaggi: in primo luogo affronterà una rapida ricognizione della letteratura nell’intento di identificare le più importanti variabili esplicative del fenomeno in esame; seguirà, quindi, l’analisi diacronica della demografia d’impresa italiana nella prospettiva dimensionale e settoriale, confrontandone gli esiti con una riflessione sulle proiezioni geografiche dell’implementazione di progetti innovativi da parte delle compagini imprenditoriali che, espressione diretta dei territori, contribuiscono al radicamento delle diverse attività produttive perseguendo un esplicito progetto di sviluppo “endogeno”, incentrato, cioè, sull’utilizzo e sulla valorizzazione delle risorse e delle competenze locali. Il quadro che emerge sembra svelare una tendenza ad un progressivo riequilibrio territoriale del tasso di “sopravvivenza” aziendale. Il netto regresso della “mortalità d’impresa”, sensibile più che altrove nel Mez-zogiorno, è associabile ad incoraggianti prospettive di modernizzazione del sistema produttivo nazionale definibili in termini di più diffuso accesso a contenuti di R&S e dinamismo nella propensione all’inter-nazionalizzazione. Tale fenomeno caratterizza in misura maggiore le imprese medio-grandi e quelle di minori dimensioni tuttavia legate a forme di startup industriali sostenute da interazioni virtuose stabilitesi tra università e imprese tecnologicamente avanzate (Ross, 2016). Di conseguenza, data l’estrema disomogeneità territoriale nella distribuzione geografica delle aziende di dimensioni maggiori, del tutto marginali in termini di consistenza numerica e settoriale nella regione meridionale del Paese, il nodo di una più equa ed opportuna localizzazione delle attività produttive nello spazio geografico resta, comunque, del tutto irrisolto, nonostante le convergenti valutazioni circa l’esigenza improcrastinabile di tale prospettiva virtuosa, ampiamente sostenute dalla letteratura più accreditata (Cappellin et Al., 2014).
After the darkest period of the 2008 global crisis, appropriate economic policy choices should have allowed Italy to embark on a new development trajectory, overcoming the condition of weak GDP growth which, since the 1990s and for over fifteen years, had characterized the country's economic growth (Draghi, 2009). However, despite the presence of a mix of factors that the literature considers strictly correlated to development, expectations have been disappointed and the expected growth has been reduced to a modest structural increase in the wealth produced.
In this scenario of uncertainty and instability, the position of Italy, the second manufacturing power in Europe, appears dangerously vulnerable in terms of the "survival" of its production structure, also due to the accelerated turnover that characterizes the structure of the entrepreneurial fabric national, indissolubly dominated by the widespread prevalence of medium-small businesses.
An encouraging sign of apparent positive dynamism shines through from the emergence of the reduction in the gap that measures the balance between registrations and cancellations of new business activities; spread depending on the reversal, in a positive sense, of the tendential value of the relative net turnover rates of the registered active companies. In interpreting the phenomenon in terms of a potential indicator of a new phase of rebalancing of the system, several scholars suggest the opportunity for explicit attention to be paid to the "territorial" as-pects of the business model to better read the concrete prospects for an overall reorganization of the system, through the introduction of technological innovation processes, on the one hand, and more ex-plicit social and environmental sensitivity, on the other.
The research presented here, starting from a representation of the ge-ometries of the company sizing and from the distribution in terms of sectoral activities, projects the recent trends on a geographical scale, in order to arrive at a diachronic comparison between structures prior to the years of great crisis and subsequent realities, highlighted by the most recent statistical results.
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Tullio D'Aponte, Daniela La Foresta, "Geografia di una crisi (in)archiviata. Nati-mortalità delle imprese italiane in un decennio critico" in: "Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia 169", EUT Edizioni Università di Trieste, Trieste, 2020, pp. 170-189
Languages
it
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