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  • Publication
    Trasporti. Diritto, economia, politica
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2007)
      468  589
  • Publication
    Trasporti. Diritto, economia, politica
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2007)
      515  1319
  • Publication
      719  1163
  • Publication
    Anglo-saxon institutes in International tran sport conventions referring to the carriers’ liability and the position of continental lawyers
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2007)
    Jerman, Boris
    The institutes of Anglo-Saxon legal system regarding the liability of the carrier are demonstrably particular, which is the main reason why it is difficult to find their correlative institutes in the Continental legal system. In the 20th century there was a significant progress toward unifying the law. A number of international conventions were adopted that facilitate solutions regarding the relationships of international elements, but on the other hand created some problems when they contained institutes from one legal system unknown to the lawyers of other legal systems. The institutes of recklessness, willful misconduct and actual fault or privity, which take part in many international conventions dealing with the carriers liability are institutes of that kind. The main mistake which is made by Continental lawyers is that they very often try at every cost to correlate institutes from the Anglo-Saxon legal system to those of the Continental legal system although there exist differences which can not be ignored. From the point of view, the best way to understand this institutes, is to study and understand them as they are perceived in the Anglo-Saxon legal system. Up to present, any another comprehension has not appeared on the international level, and there are no prospects that this may happen. The main reason for that, is in the last century the Anglo-Saxon law has had much greater influence on the Continental law than inversely, what is particularly evident in the field of the transport.
      1015  837
  • Publication
    Prospettive del regionalismo economico
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2007)
    Semama, Carlo
    ;
    Capuano, Carla
    Nel secondo dopoguerra l’antitesi tra multilateralismo e regionalismo è venuta cadendo. I regionalismi possono adesso rappresentare una esemplificazione di accordi economicamente positivi tra amministrazione centrale e amministrazioni periferiche. Gli accordi possono essere collaudati più facilmente, e di conseguenza le grandi manovre monetarie che si fanno ogni giorno “sulla testa degli stati”, ma soprattutto nel disinteresse delle popolazioni sottosviluppate, dovranno cedere il posto a transazioni “per” il profitto e non contro il profitto di qualcuno. Di fronte allo sviluppo dell’economia globale non poteva che verificarsi, e trovare pratiche conferme, la tendenza alla fusione bancaria per far fronte alle esigenze del neocapitalismo e in particolare del moltiplicarsi di Banche di Affari. Tuttavia sono proprio le linee evolutive dell’alta finanza a destare l’attenzione di chi teoricamente studia cause ed effetti della globalizzazione. Uno degli aspetti ricorrenti della finanza, specialmente da quando il teatro mondiale degli scambi ha dovuto fare sempre più i conti con il terrorismo, è che le decisioni cruciali vengono prese –sempre più spesso senza adeguati approfondimenti- da parte di un numero molto ristretto di decisori, i quali operano in scacchieri politicamente differenti, e tuttavia sembrano comportarsi come se queste diversità, in altri tempi reputate essenziali, non si vogliano oggi evidenziare per non compromettere intese “sempre possibili”. Si deve riconoscere che nel corso degli ultimi quindici anni anche i paesi socialisti abbiano preferito imboccare la via dello sviluppo multilaterale, senza avanzare questioni di principio. Ciò ha anticipato gli effetti, soprattutto quelli negativi, della globalizzazione dal momento che gli stati, mediante la loro azione all’interno del sistema internazionale, effettuano opzioni di fondo che costituiscono la base la successivi rapporti politico-militari. Salvo eccezioni, gli stati di maggior peso dei cinque continenti adeguano tali opzioni basilari alle scelte di macroeconomia, prima ancora di rivolgere l’attenzione ai classici problemi del debito pubblico, delle spese improduttive o della sperequazione fra i redditi delle differenti fasce della popolazione. Il comportamento regionalista presenta due differenti facce. La prima è consistita, soprattutto nel primo dopoguerra, nel favorire accordi tra stati aventi mercati affini, quindi desiderosi di sostenersi reciprocamente e nel contempo di effettuare una più marcata concorrenza ad altri attrattori del mercato internazionale.
      975  1072