03. Il riuso delle caserme in piccole e medie città. Questioni di progetto a partire dal Friuli Venezia Giulia

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Vaste superfici occupate da alloggi, magazzini e depositi, edifici e attrezzature di servizio, spazi aperti di diversa natura: è tale articolata composizione a distinguere le ex caserme dal vasto insieme di beni pubblici militari oggi dismessi. Soprattutto se inseriti in comuni e centri urbani di piccole e medie dimensioni, il riutilizzo di questi compendi necessita di nuovi approcci progettuali, attenti alle opportunità di modificazione di immobili fortemente connotati, alle loro peculiarità localizzative e dimensionali, e agli impatti che la loro re-immissione può avere sui cicli di vita dei contesti che li accolgono. Il libro affronta tali questioni concentrandosi su una regione – il Friuli Venezia Giulia – che per certi versi si offre come un caso paradigmatico ed estremo. Se persistente nel Novecento è la condizione di confine, durante la guerra fredda questi territori si trasformano in uno dei settori più militarizzati d’Europa. Oggi quello che resta è un patrimonio di luoghi in abbandono: compendi di svariati ettari, talvolta già trasferiti ai comuni, gravati da un destino incerto per l’assenza di chiare domande e prospettive di sviluppo, strumenti e politiche di governo territoriale. Alternando le voci delle autrici a quelle di istituzioni, progettisti e studiosi, il volume restituisce un quadro della consistenza delle ex caserme in Friuli Venezia Giulia, dei provvedimenti volti alla valorizzazione di questo ingente patrimonio, e del problematico stato di attuazione delle progettualità finalizzate al suo riutilizzo. Il campo di osservazione di amplia inoltre ad altri processi di riuso in atto nel nostro paese; dando spazio al racconto diretto dei protagonisti di alcune esperienze, l’obiettivo è di alimentare un ragionamento critico sia sulle questioni progettuali e sulle difficoltà attuative che spesso accompagnano il riutilizzo delle caserme, sia sulla necessità di un profondo rinnovamento delle forme e dei tempi della trasformazione, delle politiche urbane e territoriali, dei processi di interazione con attori e comunità locali. Le ultime parti del volume sintetizzano infine ciò che molte esplorazioni progettuali condotte presso l’Università di Trieste hanno permesso di comprendere e di rilanciare alla riflessione e alla pratica. Alle soglie di una nuova stagione di politiche territoriali europee e nazionali, l’invito è a cogliere l’occasione irripetibile che il riutilizzo di questi siti offre alla costruzione di visioni e strumenti di scala regionale e locale. La messa in valore di una rilevante dotazione pubblica di spazi, paesaggi e potenziali attrezzature sollecita a sperimentare nuovi e più sostenibili approcci al riuso: dal disegno di habitat connotati da diversi gradi di naturalità, al riciclo di spazi e materiali urbani, alla configurazione di soluzioni innovative per la residenza e i servizi.


Elena Marchigiani è professoressa associata di Urbanistica al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, dove da anni coordina i Laboratori di progettazione urbanistica del Corso di studi in Architettura. Ha sviluppato numerose ricerche, pubblicato libri e saggi critici, organizzato mostre ed eventi sulle trasformazioni del territorio, sulla storia e sul progetto della città. A partire dall’indagine di contesti internazionali, nazionali e regionali, i suoi principali campi di riflessione riguardano la definizione e l’attuazione di politiche pubbliche, il progetto di paesaggio, la rigenerazione di contesti urbani e territoriali, la costruzione e la conduzione di pratiche di partecipazione e interazione nei processi di pianificazione e progettazione urbana.


Paola Cigalotto opera nel campo dell’urbanistica e dell’architettura. Ha firmato numerosi piani e progetti urbani, studi e pubblicazioni, lavorando in ambito internazionale ma anche nei piccoli centri urbani della regione Friuli Venezia Giulia. Ha vinto diversi concorsi nazionali sui temi del progetto sostenibile, è stata membro della Commissione nazionale “Paesaggio e qualità del progetto” dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, e attualmente fa parte del gruppo operativo Agenda urbana del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. Insegna presso il Corso di studi in Architettura dell’Università di Trieste.

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    Il riuso delle caserme in piccole e medie città. Questioni di progetto a partire dal Friuli Venezia Giulia
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2022)
    MARCHIGIANI, ELENA
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    Cigalotto, Paola
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    Chiarelli, Barbara
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    Crevatin, Michela
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    Mantella, Stefano
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    Pisa, Fabio
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    Pitacco, Silvio
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    Sangiorgio, Marco
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    Santarossa, Alessandro
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    Tedesco, Carla
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    Viganò, Paola
    Vaste superfici occupate da alloggi, magazzini e depositi, edifici e attrezzature di servizio, spazi aperti di diversa natura: è tale articolata composizione a distinguere le ex caserme dal vasto insieme di beni pubblici militari oggi dismessi. Soprattutto se inseriti in comuni e centri urbani di piccole e medie dimensioni, il riutilizzo di questi compendi necessita di nuovi approcci progettuali, attenti alle opportunità di modificazione di immobili fortemente connotati, alle loro peculiarità localizzative e dimensionali, e agli impatti che la loro re-immissione può avere sui cicli di vita dei contesti che li accolgono. Il libro affronta tali questioni concentrandosi su una regione – il Friuli Venezia Giulia – che per certi versi si offre come un caso paradigmatico ed estremo. Se persistente nel Novecento è la condizione di confine, durante la guerra fredda questi territori si trasformano in uno dei settori più militarizzati d’Europa. Oggi quello che resta è un patrimonio di luoghi in abbandono: compendi di svariati ettari, talvolta già trasferiti ai comuni, gravati da un destino incerto per l’assenza di chiare domande e prospettive di sviluppo, strumenti e politiche di governo territoriale. Alternando le voci delle autrici a quelle di istituzioni, progettisti e studiosi, il volume restituisce un quadro della consistenza delle ex caserme in Friuli Venezia Giulia, dei provvedimenti volti alla valorizzazione di questo ingente patrimonio, e del problematico stato di attuazione delle progettualità finalizzate al suo riutilizzo. Il campo di osservazione di amplia inoltre ad altri processi di riuso in atto nel nostro paese; dando spazio al racconto diretto dei protagonisti di alcune esperienze, l’obiettivo è di alimentare un ragionamento critico sia sulle questioni progettuali e sulle difficoltà attuative che spesso accompagnano il riutilizzo delle caserme, sia sulla necessità di un profondo rinnovamento delle forme e dei tempi della trasformazione, delle politiche urbane e territoriali, dei processi di interazione con attori e comunità locali. Le ultime parti del volume sintetizzano infine ciò che molte esplorazioni progettuali condotte presso l’Università di Trieste hanno permesso di comprendere e di rilanciare alla riflessione e alla pratica. Alle soglie di una nuova stagione di politiche territoriali europee e nazionali, l’invito è a cogliere l’occasione irripetibile che il riutilizzo di questi siti offre alla costruzione di visioni e strumenti di scala regionale e locale. La messa in valore di una rilevante dotazione pubblica di spazi, paesaggi e potenziali attrezzature sollecita a sperimentare nuovi e più sostenibili approcci al riuso: dal disegno di habitat connotati da diversi gradi di naturalità, al riciclo di spazi e materiali urbani, alla configurazione di soluzioni innovative per la residenza e i servizi.
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