Il liberalismo e il mercato. Hegel e il diritto signorile durante la censura prussiana

Abstract

The article addresses the issue of the impact in continental Europe of the English liberal doctrine, closely linked to market and competition. In particular, it examines the positions of Hegel, Marx, Jevons and Pareto with respect to Mandeville’s idea that the majority of the population should have been formed by the hard-working poor. Hegel’s perspective is grafted onto this reflection, which considers bourgeois civil society, founded on the principle of the market, to be detrimental to the principles that found a state. Furthermore, for Hegel, a society in which the needs of the individual multiply, and consequently the work necessary to satisfy them multiplies, is sick at the root because the worker satisfies his needs to a minimum extent and is destined instead to satisfy in large measure the needs of others.

L’articolo affronta il tema dell’impatto nell’Europa continentale della dottrina liberale inglese, collegata strettamente al mercato e alla competizione. In particolare, si esaminano le posizioni di Hegel, Marx, Jevons e Pareto rispetto all’idea di Mandeville che la maggioranza del popolo avrebbe dovuto essere formata da poveri laboriosi. Su questa riflessione s’innesta la prospettiva di Hegel che considera la società civile borghese, fondata sul principio del mercato, lesiva dei principi che fondano uno Stato. Per Hegel, inoltre, una società in cui i bisogni dell’individuo si moltiplicano, e di conseguenza si moltiplica il lavoro necessario per soddisfarli, è malata alla radice perché il lavoratore appaga i suoi bisogni in misura minima ed è destinato invece ad appagare in larga misura bisogni altrui.