L'artista, il toro, il tiranno

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Questo volume raccoglie per la prima volta, a cura di Giovanni Fraziano, tutti gli editoriali di Luciano Semerani apparsi su “Phalaris” (1989-1991) una rivista/giornale che lo stesso Semerani avrebbe definito «insolito per la ricerca di temi e immagini capaci soprattutto di togliere all’architettura il suo solito tono funebre e autoritario e di obbligare i lettori a riflettere sul senso delle cose...». Il tutto nell’illusione, anche, «di poter formare, attraverso un confronto libero da riscontri commerciali, un’opinione pubblica consapevole e un diverso tipo di responsabilità nelle scuole di architettura che non fosse solo quello nei confronti degli Enti Locali o ancora peggio dei meccanismi del successo». Così, passarono sotto le insegne del leggendario Toro di Falaride, nomi eccellenti e sconosciuti di talento, e il suo ventre ospitò contrasti e contrappunti inaspettati, coabitazioni inusuali, comunque mai gratuiti e mai “volgari”. La chiusura della rivista accompagnò anche il tramonto di una «stagione di idee ambiziose, che erano potute sfuggire al controllo della mediocrità».


Giovanni Fraziano, Ordinario di composizione architettonica e urbana. È stato Preside della facoltà di architettura di Trieste, Direttore del Dipartimento di Progettazione architettonica, del Dottorato di ricerca in Progettazione Architettonica e della Scuola di dottorato in Scienze dell’uomo della società e del territorio. Ha insegnato allo IUAV, all’Accademia di belle arti di Venezia e come visiting professor a Lione e Nancy. È autore di saggi e libri tra i quali La casa isolata, Venezia 1990, Percorsi accidentali, Trieste 2012, Vita activa, Trieste 2014, Paralipomena, Trieste 2021, Corrispondenza di due angoli (con Margherita De Michiel), Trieste 2022, nonché di allestimenti e numerosi progetti. Dal 2017 è presidente del centro di divulgazione umanistica “Stazione Rogers”. Dal 1988 al 1992 è stato caporedattore del giornale di Architettura Phalaris.


Luciano Semerani è stato Cattedratico e coordinatore del Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica all’Università IUAV di Venezia e visiting professor all’ABK di Vienna e alla Cooper Union di New York. Accademico di S. Luca. Membro del Gestaltungbeirat di Salisburgo. Commissario di “Trouver Trieste” nel 1985 a Parigi, di Lina Bo Bardi architetto a Venezia nel 2004, e nel 2006 a San Paolo del Brasile. Ha pubblicato numerosi volumi fra i quali Gli elementi della città, Bari 1970, Passaggio a Nord Est, Milano 1991, Progetti per una città, Milano 1980, L’altro moderno, Torino 2000, Il ragazzo dello IUAV, Siracusa 2020. Numerosi sono i suoi saggi e articoli ritrovati su Casabella, Controspazio, Hinterland, Lotus, Piranesi, Zodiac. Autore con Gigetta Tamaro di importanti edifici pubblici tra cui l’Ospedale di Cattinara a Trieste, 1965–83, il Municipio di Osoppo, Udine, 1979, il Padiglione specialistico dell’Ospedale dei SS. Giovanni e Paolo, Venezia, 1978–96. Dal 1988 al 1992 è stato responsabile della Galleria di Architettura della Fondazione Masieri a Venezia e direttore del giornale di architettura Phalaris.

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    L'artista, il toro, il tiranno
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2022-09)
    FRAZIANO, Giovanni
    ;
    SEMERANI Luciano
    Questo volume raccoglie per la prima volta, a cura di Giovanni Fraziano, tutti gli editoriali di Luciano Semerani apparsi su “Phalaris” (1989-1991) una rivista/giornale che lo stesso Semerani avrebbe definito «insolito per la ricerca di temi e immagini capaci soprattutto di togliere all’architettura il suo solito tono funebre e autoritario e di obbligare i lettori a riflettere sul senso delle cose...». Il tutto nell’illusione, anche, «di poter formare, attraverso un confronto libero da riscontri commerciali, un’opinione pubblica consapevole e un diverso tipo di responsabilità nelle scuole di architettura che non fosse solo quello nei confronti degli Enti Locali o ancora peggio dei meccanismi del successo». Così, passarono sotto le insegne del leggendario Toro di Falaride, nomi eccellenti e sconosciuti di talento, e il suo ventre ospitò contrasti e contrappunti inaspettati, coabitazioni inusuali, comunque mai gratuiti e mai “volgari”. La chiusura della rivista accompagnò anche il tramonto di una «stagione di idee ambiziose, che erano potute sfuggire al controllo della mediocrità».
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