Vom Melos zum Stichos: il verso melico greco nella filologia tedesca d’inizio Ottocento

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Alla grande stagione della filologia tedesca di inizio Ottocento siamo debitori della fondamentale intuizione che va sotto il nome convenzionale, e al fondo storicamente inesatto, di ‘metodo del Lachmann’, il sistema di norme e regole che consente di chiarire i rapporti tra gli esemplari manoscritti di un’opera e almeno tentare la ricostruzione del suo ‘archetipo’. Un altro importante portato di quegli stessi anni è il tentativo di ritrovare quei ‘versi’ della poesia melica greca classica che gli esemplari antichi e medievali non permettevano più di intravvedere con chiarezza, presentandone i testi ora in scrittura continua, ora, dopo gli interventi della filologia ellenistica, enigmaticamente ripartiti in sequenze più brevi, i cola, con una suddivisione che si è tuttavia fatta strada nella tradizione a stampa sino alla fine del Settecento. Da questo filone di studi emerge, con progressivo e incontrastato successo, il cosiddetto ‘metodo di Böckh’, dal nome del grande filologo che per primo ne ha formulato le leggi con icastica chiarezza (1809-1811). Questo libro intende ripercorrere il dibattito coevo, spesso particolarmente acre, in cui spiccano le figure di Gottfried Hermann e Christian Ahlwardt e studiare la fortuna e le vicissitudini del metodo, soprattutto dopo lo snodo fondamentale rappresentato, nel primo quarto del Novecento, dalle interpretazioni che ne ha offerto Paul Maas.



Andrea Tessier è professore ordinario di Letteratura greca nella Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste, dove insegna inoltre Filologia greca. Si è occupato di tradizioni orientali (araba, ebraica, armena) dei testi filosofici greci (Il testo di Aristotele e le traduzioni armene, Padova, Antenore 1979; Verbum de verbo. Tradizione semitico-latina del De generatione et corruptione aristotelico, Roma, L’Erma di Bretschneider 1983; La traduzione arabo-ebraica del De generatione et corruptione di Aristotele, Roma, Accademia dei Lincei 1984), di metrica greca, in particolare della lirica corale e del dramma (Tradizione metrica di Pindaro, Padova, Imprimitur 1995), di scoliastica metrica imperiale e bizantina ai testi poetici classici (edizione critica del commento metrico vetus a Pindaro, Leipzig, Teubner 1989 e di quello bizantino di Demetrio Triclinio a Sofocle, Alessandria, Edizioni dell’Orso 2005), di tradizione metrica della poesia greca in età umanistica, di storia della filologia classica.

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    Vom Melos zum Stichos: il verso melico greco nella filologia tedesca d’inizio Ottocento
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2011)
    Tessier, Andrea
    Alla grande stagione della filologia tedesca di inizio Ottocento siamo debitori della fondamentale intuizione che va sotto il nome convenzionale, e al fondo storicamente inesatto, di ‘metodo di Lachmann’, il sistema di norme e regole che consente di chiarire i rapporti tra gli esemplari manoscritti di un’opera e almeno tentare la ricostruzione del suo ‘archetipo’. Un altro importante portato di quegli stessi anni è il tentativo di ritrovare quei ‘versi’ della poesia melica greca classica che gli esemplari antichi e medievali non permettevano più di intravvedere con chiarezza, presentandone i testi ora in scrittura continua, ora, dopo gli interventi della filologia ellenistica, enigmaticamente ripartiti in sequenze più brevi, i cola, con una suddivisione che si è tuttavia fatta strada nella tradizione a stampa sino alla fine del Settecento. Da questo filone di studi emerge, con progressivo e incontrastato successo, il cosiddetto ‘metodo di Böckh’, dal nome del grande filologo che per primo ne ha formulato le leggi con icastica chiarezza (1809-1811). Questo libro intende ripercorrere il dibattito coevo, spesso particolarmente acre, in cui spiccano le figure di Gottfried Hermann e Christian Ahlwardt e studiare la fortuna e le vicissitudini del metodo, soprattutto dopo lo snodo fondamentale rappresentato, nel primo quarto del Novecento, dalle interpretazioni che ne ha offerto Paul Maas.
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