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Basi neurofisiologiche e rappresentazione spaziale dell'effetto di contrasto cromatico in pazienti con cerebrolesione acquisita e partecipanti sani
Fumarola, Antonia
2012-04-20
Contributor(s)
Priftis, Konstantinos
Abstract
In questa tesi verranno descritti gli studi che ho condotto durante i tre anni di dottorato
e sui quali il mio interesse si è maggiormente concentrato. Gli aspetti, in particolare che sono
stati indagati in questa tesi sono: la percezione del contrasto e della costanza acromatici e la
rappresentazione mentale del contrasto di luminanza cromatico.
La tesi è divisa in due parti. Nella prima parte verranno delineati gli esperimenti che sono
andati a studiare i possibili correlati neurologici implicati nel processamento dei fenomeni di
costanza e di contrasto acromatici. Ci sono molte teorie a riguardo che tentano di spiegare
questi fenomeni. La maggior parte di queste teorie si avvalgono di spiegazioni legate alle
caratteristiche dei neuroni presenti nella retina, nel nucleo genicolato laterale e nella corteccia
striata (inibizione laterale, lling-in). Uno studio recente (Leonards, Troscianko, Lazeyrasc,
Ibanez, 2006) ha evidenziato mediante risonanza magnetica funzionale che esiste una regione
cerebrale che si attiva in presenza di stimoli che inducono una luminosità apparente (Zavagno,
1996) (nel lobo occipito-temporale e solco collaterale, al con ne fra le aree 37 e 19 di Brodman).
Scopo della tesi è quello di veri care le basi neuroanatomiche dei fenomeni di contrasto e di
costanza acromatici mediante la valutazione di pazienti con cerebrolesione acquisita.
Sono stati testati due gruppi di pazienti con cerebrolesione acquisita ( un gruppo di 6
pazienti con lesione all'emisfero sinistro, 6 pazienti con lesione all'emisfero destro) e un gruppo
di 10 partecipanti sani. Inoltre sono stati testati due pazienti più giovani d'età e un paziente con
lesione sinistra in sede frontale. I compiti che sono stati usati erano quelli dello studio di Agostini
e Galmonte (2002). Agostini e Galmonte hanno veri cato come l'e etto di contrasto classico
è maggiore quando viene aggiunto un gradiente formato da una croce con i bracci che vanno
dal nero al bianco che crea un e etto di luminosità apparente (e etto glow; Zavagno, 1999). I
risultati hanno mostrato come i pazienti con lesione all'emisfero sinistro non mostrano di erenze
tra le condizioni sperimentali e non sperimentali. I pazienti invece con lesione all'emisfero destro
e i partecipanti di controllo si comportano come i partecipanti dello studio di Agostini e Galmonte
(2002). I pazienti con lesione all'emisfero sinistro di età più giovane, mostrano dei risultati simili
a quelli del gruppo di pazienti con lesione all'emisfero sinistro più anziani. Il paziente con una
lesione all'emisfero sinistro in sede frontale, percepiva il colore del target in maniera diversa
nella condizione sperimentale rispetto alla condizione di controllo. In conclusione dai dati
emerge che vi sia un coinvolgimento maggiore dell'emisfero sinistro (probabilmente posteriore)
nei fenomeni di contrasto e di costanza di bianchezza. La spiegazione potrebbe venire dalla
teoria computazionale di Gilchrist e dalla teoria del processamento locale e globale degli emisferi
cerebrali.
Nella seconda parte della tesi è stato descritto uno studio svolto sulla rappresentazione mentale del contrasto di luminanza. Dehaene, Bossini e Giraux (1993) dimostrarono, attraverso
un paradigma in cui i partecipanti dovevano giudicare la parità del numero usando le due
mani, che la mano sinistra aveva tempi di reazione (TR) più veloci per i numeri piccoli (da
1 a 4) rispetto alla mano destra, mentre la mano destra aveva TR più rapidi con i numeri
grandi (6-9). Da questo conclusero che i numeri hanno una rappresentazione mentale spaziale
che segue una linea orientata da sinistra verso destra. (e etto S.N.A.R.C, Spatial Numerical
Association of Response Codes). Studi recenti hanno dimostrato come questo e etto non fosse
speci co solo per i numeri, ma che interessi anche altri concetti non numerici, cioè le lettere
dell'alfabeto, i mesi dell'anno, i giorni della settimana, le grandezze geometriche, le note musicali
e la luminosità. (ad es. Gevers, Reynvoet, & Fias, 2003). Inoltre alcuni studi hanno dimostrato
come ci sia un e etto di congruenza tra la grandezza numerica e la luminosità usando un
compito di comparazione (Pinel, Piazza, Le Bihan, & Dehaene, 2004; Cohen Kadosh, Cohen
Kadosh, & Henik, 2008; Cohen Kadosh, Cohen Kadosh, Kaas, Henik, & Goebel, 2007; Cohen
Kadosh, & Henik, 2006; Gebuis, &. van der Smagt, 2011). Da questi studi si deduce come
probabilmente non solo per i numeri ma anche per il contrasto di luminanza ci possa essere una
rappresentazione spaziale. Il proposito di questa tesi è stato quello di indagare la relazione tra
il contrasto di luminanza cromatico e lo spazio in maniera diretta e se questa relazione è simile
a quella trovata per i numeri.
Sono stati eseguiti due esperimenti. Nel primo, il contrasto di illuminanza era irrilevante
per la performance del compito (i partecipanti dovevano giudicare se il colore del target era
verde o rosso; compito indiretto). Nel secondo, il contrasto di luminanza era rilevante ai ni del
compito (i partecipanti dovevano giudicare se il colore era più scuro o più chiaro rispetto a uno
stimolo di riferimento che era centrale rispetto alla scala di luminanza creata per l'esperimento;
compito diretto).I partecipanti mostravano un vantaggio della mano sinistra nel rispondere a
bassi contrasti di luminanza a un vantaggio della mano destra nel rispondere ad alti valori di
contrasto di luminanza (Spatial Luminance contrast Association of Response Codes: e etto
SLARC). Questo e etto è stato osservato sia nel compito diretto che indiretto. Quindi, non
solo per i numeri, ma anche per il contrasto di luminanza c'è una rappresentazione spaziale con
orientamento da sinistra verso destra, dove i contrasti di luminanza più bassi sono rappresentati
a sinistra e progressivamente contrasti di luminanza più alti sono rappresentati a destra. Questi
risultati sono coerenti con l'idea che il contrasto di luminanza ha una rappresentazione simile a
quella dei numeri.
In conclusione, con questa tesi è stata dimostrata l'esistenza di altri fattori coinvolti nella
percezione del colore, cioè l'esistenza di altre aree cerebrali oltre a quelle della via visiva primaria
coinvolte nel processamento dei fenomeni di contrasto e di costanza di bianchezza e l'in uenza
dello spazio nella rappresentazione del contrasto di luminanza.
Publisher
Università degli studi di Trieste
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