Carl Schmitt: la nostalgia del sistema

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Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori

Nuova Serie
Monografie - N°1


Molte delle idee fondamentali di Carl Schmitt affondano le loro radici nel primo ventennio del nostro secolo e sono mediate da scritti non giuridici, ma tali da muoversi nei campi summenzionati, avvalendosi di quella 'Gedankenprosa' che fu un mezzo stilistico caro a molti intellettuali di quegli anni impegnati nel dibattito culturale europeo. Prendere in considerazione anche queste pubblicazioni non strettamente giuridiche - alcune delle quali risalenti ai primissimi anni dell'attività di Carl Schmitt, non ha soltanto un interesse antiquario ma può servire ad illustrare le radici di tutta un'ideologia nata già negli anni precedenti alla prima guerra mondiale, in un'epoca in cui la maggioranza delle persone già cominciava a sentire il terreno vacillante sotto i propri piedi e, nella nostalgia dell'ordinata sicurezza di un tempo, poneva le basi per una ricerca che avrebbero condotto ad esiti fatali.



Lorenza Rega

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    Carl Schmitt - La nostalgia del sistema
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 1984)
    Rega, Lorenza
    Paradossalmente tutta l'opera di Schmitt si è configurata come un tentativo di superare proprio nichilismo e relativismo, alla ricerca di una soluzione forte che potesse alleviare le gravi storture della società a lui contemporanea. Il problema fondamentale consiste però nel fatto che Schmitt, in questo suo tentativo di trovare un nuovo sistema per dominare l'anarchia del reale, tiene in definitiva sempre lo sguardo rivolto al passato, giungendo così ad analizzare quest'ultimo in modo indubbiamente brillante, ma rivelandosi incapace di fornire soluzioni veramente nuove per il presente, constatando insomma la crisi, ma non trovando altri mezzi per arginarla che il ricorso a soluzioni forti. Il lavoro analizza la reazione al positivismo e al Cattolicesimo, i dodici ritratti contenuti in "Schattenrisse" e si conclude considerando la problematica del linguaggio.
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