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La fine di Orfeo e le matres / nurus Ciconum: tra Virgiio e Ovidio
Esposito, Paolo
2013
Abstract
Virgilio, in georg. IV 520, definisce le artefici dell’uccisione di Orfeo matres Ciconum.
Ovidio (met. XI 3), che pure non ne nega la natura speciale di baccanti, le definisce
nurus Ciconum e così sottolinea la loro condizione di fanciulle da marito, che hanno
subito l’onta del rifiuto da colui al quale intendevano unirsi. Tra una versione e l’altra,
cambia la caratterizzazione delle donne punitrici, in Virgilio generiche donne (matrone),
in Ovidio nubiles o sponsae. Si tratta, da parte di Ovidio, di un’abile e sottile modifica,
che sposta il tono della scena dalla sacralità del resoconto virgiliano al contesto, tutto
umano, di una vendetta per un amore non corrisposto.
Virgil, at georg. IV 520, defines the murderers of Orpheus as matres Ciconum. Ovid
(met. XI 3), which also does not negate their special nature of Bacchantes, calls them
nurus Ciconum and so underlines their status as girls of marriageable age, who suffered
the shame of rejection by those to whom they intended to join. Between the two versions
of what happened, occurs a change concerning to characterizations of women authors of
the punishment, which in Virgil are generic women (matronae), while in Ovid become
nubiles or sponsae. Ovid, therefore, makes a clever and subtle change, which shifts the
tone of the scene, from the sacredness of the story as narrated in Virgil, to a purely human
revenge for an unrequited love, which seems to be the keynote of the ovidian tale.
Series
Incontri triestini di Filologia Classica
11
Publisher
EUT Edizioni Università di Trieste
Source
Paolo Esposito, La fine di Orfeo e le matres / nurus Ciconum: tra Virgiio e Ovidio, in Incontri di Filologia Classica XI – 2011/2012, pp 119-132.
Languages
it
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