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La disciplina giuridica della traduzione
Calò, Emanuele
1987
Abstract
Nel mondo si parlano circa tremila lingue, di cui
soltanto un centinaio può essere ascritto a nuclei di
più di un milione di persone. E' stato inoltre ipotizzato
un rapporto inversamente proporzionale fra li vello
culturale e frammentazione linguistica: in altre parole,
ad un superiore grado di sviluppo dovrebbe corrispondere
un grado altrettanto superiore di unità linguistica. Questa tendenza verso l'unità linguistica non è riscontrabile
nello stesso grado a livello sovrannazionale.
Anzi, la civiltà tecnologica, con l'accresciuto sviluppo
dei mezzi di comunicazione, rende vieppiù drammatica
l'esigenza dell'interscambio di informazioni fra persone
di lingue diverse. Questa esigenza è in gran parte risolta
col ricorso ad una sola lingua che, nell'area di
influenza occi dentale, è l'inglese. Questo ricorso alla
lingua dominante è particolarmente rilevante in ambito
scientifico, dove un articolo non scritto in inglese ha
in partenza delle possibilità di diffusione molto minori
rispetto a contributi espressi nella cennata lingua. Considerata in una prospettiva di maggior respiro, sembra
corretto asserire che il perno del dibattito è il
problema della traducibilità, attorno al quale vi è un
ventaglio di opinioni quanto mai variegato, da quella di
chiusura di Croce, allo scetticismo ragionato in
Ortega y Gasset e ironico in Borges, fino a
quella di Emilio Betti, che restituisce all'opera del
traduttore tutta la sua dignità.
Series
SSLM - Annuario - Nuova Serie
2 (1987)
Publisher
EUT - Edizioni Università Trieste
Source
Emanuele Calò, "La disciplina giuridica della traduzione", in: SSLM - Annuario 1987, EUT - Edizioni Università Trieste, pp. 15-44
Languages
it
File(s)