Teoria e ricerca in psicoanalisi

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Questo testo è inteso prevalentemente per lo studente universitario che voglia conoscere gli sviluppi della psicoanalisi contemporanea. Freud distingueva ciò che è possibile trasmettere in ambito universitario alla psicoanalisi cioè informare, da ciò che non è possibile, cioè formare, almeno non attraverso lezioni frontali. All’Università è possibile informare su la psicoanalisi ma non formare in psicoanalisi. Questo libro vuole essere un contributo affinché lo studente possa almeno apprendere qualcosa “circa la psicoanalisi”, come auspicato da Freud. L’Autore si attiene principalmente al pensiero neofreudiano, rifacendosi in particolare al lavoro clinico e teorico di Joseph Sandler, uno psicoanalista allievo di Anna Freud, che ha grandemente contribuito ad avvicinare il modello psicoanalitico strutturale con la teoria delle relazioni oggettuali. Joseph Sandler (insieme alla moglie Anne-Marie) è stato uno dei principali artefici della cosiddetta quiet revolution, che (senza il “narcisismo delle piccole differenze”, e senza l’enfasi magniloquente così diffusa tra gli autori psicoanalitici), ha portato la psicoanalisi verso una psicologica clinica dei sentimenti e dell’adattamento intrapsichico. Il progetto di questo “commentario” è di fornire un quadro descrittivo, sulla base di questo modello psicoanalitico, dei principali funzionamenti della mente e di come questi processi si intreccino per strutturare l’identità personale.


Andrea Clarici è medico psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico, e psichiatra. Insegna psicoanalisi (“Psicologia dinamica” e “Dinamiche dell’interazione medico-paziente”) presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e quella di Psicologia dell’Università di Trieste. La formazione psicoanalitica è stata completata a Milano presso il Centro Studi di Psicoterapia Psicoanalitica di Via Ariosto. Ha pubblicato e tradotto lavori nel dialogo tra la psicoanalisi e le neuroscienze. È membro fondatore della International Society for Neuropsychoanalysis (New York e a Londra) e membro del Comitato Esecutivo del Neuropsychoanalysis Centre (Londra). In questo contesto, è particolarmente impegnato nella divulgazione della psicoanalisi in ambito medico e sociosanitario.


Stefano Bembich è uno psicologo e psicoterapeuta. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Medicina materno infantile studiando le basi cerebrali della relazione madre-neonato con strumenti non invasivi di neuroimmagine funzionale.


Antonella Tripani, psicologa-psicoterapeuta, da anni si dedica allo studio della relazione tra mamma e bambino e si occupa delle problematiche che si riferiscono all’area dello sviluppo infantile. Ha completato un dottorato di ricerca in Medicina Materno-Infantile presso il Dipartimento di Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo, Università di Trieste.


Sandra Pellizzoni è psicologa. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Psicologia delle Sviluppo e, in particolare, ha studiato le basi neuropsicoendocrine della relazione madre-neonato e della psicoterapia. È docente a contratto della Facoltà di Psicologia, Università degli Studi di Trieste.


Cristina Vecchiet è psicologa. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Medicina Materno infantile, studiando lo sviluppo delle relazione empatica tra made e neonato e le sue interferenze.

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    Teoria e ricerca in psicoanalisi. Commentario di Psicoanalisi Contemporanea per lo studente di Psicologia e di Medicina
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2014)
    Clarici, Andrea
    Questo testo è inteso prevalentemente per lo studente universitario che voglia conoscere gli sviluppi della psicoanalisi contemporanea. Freud distingueva ciò che è possibile trasmettere in ambito universitario alla psicoanalisi cioè informare, da ciò che non è possibile, cioè formare, almeno non attraverso lezioni frontali. All’Università è possibile informare su la psicoanalisi ma non formare in psicoanalisi. Questo libro vuole essere un contributo affinché lo studente possa almeno apprendere qualcosa “circa la psicoanalisi”, come auspicato da Freud. L’Autore si attiene principalmente al pensiero neofreudiano, rifacendosi in particolare al lavoro clinico e teorico di Joseph Sandler, uno psicoanalista allievo di Anna Freud, che ha grandemente contribuito ad avvicinare il modello psicoanalitico strutturale con la teoria delle relazioni oggettuali. Joseph Sandler (insieme alla moglie Anne-Marie) è stato uno dei principali artefici della cosiddetta quiet revolution, che (senza il “narcisismo delle piccole differenze”, e senza l’enfasi magniloquente così diffusa tra gli autori psicoanalitici), ha portato la psicoanalisi verso una psicologica clinica dei sentimenti e dell’adattamento intrapsichico. Il progetto di questo “commentario” è di fornire un quadro descrittivo, sulla base di questo modello psicoanalitico, dei principali funzionamenti della mente e di come questi processi si intreccino per strutturare l’identità personale.
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