11 Tigor. Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica. A. V (2013), n. 2 (luglio-dicembre)

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CONTENTS / SOMMARIO



Tigor. Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica



Presentazione

Ambrosi Eugenio

Interventi di comunicazione della Pubblica Amministrazione nei processi di internazionalizzazione del Friuli Venezia Giulia

Ugolini Beatrice

La tutela delle vittime di abusi psicologici. Alcune riflessioni a partire dalla legge regionale del Friuli Venezia Giulia 11/2012

Baldin Serena

Dalla transizione costituzionale alla stagnazione democratica: l’impasse indonesiana

Martini Romano

Pašukanis e l’estinzione della forma-diritto. Appunti per una lettura critica del presente

Bianconi Viviana

L’esistenza al di là del bene e del male: Hannah Arendt e il processo Eichmann

Casini Giulia

Il legame tra il “se non” e il “c’era una volta”

De Conti Marta

Progetto, modello e messaggio rivoluzionario. L'opera di Tommaso Campanella tra Utopismo e Realismo

Zampieri Valentina

L’esperienza della cosa nella lettura heideggeriana della critica della ragione pura di Kant

Cossutta Marco

Il lascito di Gramsci: fra l’egemonia culturale e l’oblio della cultura

Ferri Enrico

Il post-anarchismo e la tradizione libertaria francese: considerazioni critiche su un recente libro di Michel Onfray, "Il post-anarchismo spiegato a mia nonna"

Stamile Natalina

Considerazioni a margine del libro "Legalizzare la tortura? Ascesa e declino dello Stato di diritto"

Cantelmo Rocco

La teoria politica nel pensiero libertino intorno a F.A. Cappelletti, "Science, Religion et Politique dans l’utopie libertine", Parigi, 2013

Details

Tigor

Rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica

A. V (2013), n. 2 (luglio-dicembre)

Direttore responsabile:

Maria Stella Malafronte Venier

Registrazione Tribunale di Trieste di data 16 marzo 2009 n. 1190

 

Comitato scientifico:

Giampaolo Azzoni

(Università degli Studi di Pavia)

Giuseppe Battelli

(Università degli Studi di Trieste)

Giliberto Capano

(Università degli Studi di Bologna)

Michele Cortelazzo

(Università degli Studi di Padova)

Franco Fileni

(Università degli Studi di Trieste)

Maurizio Manzin

(Università degli Studi di Trento)

Comitato di redazione:

Eugenio Ambrosi, Gigliola Bridda, Marco Cossutta (direttore scientifico), Danilo Fum, Paolo Moro, Gemma Pastore, Federico Puppo, Gabriele Qualizza, Antonella Tafuri (direttore editoriale), Roberto Toffolutti, Maila Zarattini

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  • Publication
    La teoria politica nel pensiero libertino intorno a F.A. Cappelletti, "Science, Religion et Politique dans l’utopie libertine", Parigi, 2013
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Cantelmo, Rocco
    Il libro presenta un’analisi completa ed approfondita delle opere degli scrittori del libertinismo, dai più celebri come Cyrano de Bergerac ai meno noti. Il risultato cui perviene Cappelletti è che la produzione letteraria del libertinismo, nonostante racconti di storie di viaggi fantastici, contiene i semi del pensiero rivoluzionario che si svilupperà compiutamente nel XVIII secolo, riconducibili ad elementi di teoria politica moderna.
      741  978
  • Publication
    Considerazioni a margine del libro "Legalizzare la tortura? Ascesa e declino dello Stato di diritto"
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Stamile, Natalina
    Legalizzare la tortura? Ascesa e declino dello Stato di diritto di Massimo La Torre e Marina Lalatta Costerbosa, edito dal Mulino nel 2013, si inserisce nell'attuale dibattito filosofico-teorico inerente l'uso della forza ed il ricorso alla tortura, tematiche queste che, drammaticamente, sembrano emergere con sempre maggiore intensità. Il testo mette in evidenza come i più recenti episodi ed attentati terroristici – si pensi all'11 settembre 2001, ma anche a quanto accaduto a Madrid nel 2004, a Londra nel 2005 ed anche nell'ultimo anno a Boston – sembrano aver inciso in maniera determinante su una progressiva ed allarmante involuzione e retrocessione di quelle posizioni democratiche e costituzionalistiche che hanno caratterizzato le riflessioni e le elaborazioni giuridiche, politiche e sociali antecedenti. Pertanto, da più parti, si è cominciato a discutere ed evocare ipotetici, e quantomeno discutibili, meriti della guerra preventiva con la conseguenza inevitabile di riformulare non solo il concetto stesso di diritto ma pure di avanzare tesi volte a propugnare la legalizzazione della tortura. Nell'opera oggetto di analisi si evidenzia come prima dell'attentato alle Torri Gemelle il diritto sembrava rifuggire la sua dimensione coattiva, truce, violenta; a differenza di quanto appare oggi darsi: il diritto sembra, almeno in certi casi, dominato dalla sua dimensione fattuale a discapito di quella dimensione normativa che potremmo definire discorsiva e/o argomentativa, cioè attinente a norme, principi e valori. Dietro tale inversione possono individuarsi delle posizioni teorico-filosofiche, in primo luogo il decisionismo politico o Stato di eccezione di matrice schmittiana. Queste si basano sull'affermazione della supremazia del potere esecutivo sul potere giudiziario, così appare risuonare la tesi della legittimazione dell'uso della forza al fine di raggiungere uno stato di pace. I rischi sono evidenti e gravi e l'opera analizzata ha proprio il merito di mettere in rilievo alcuni di questi. Gli autori si concentrano nell'esplicitare un'argomentazione contraria all'uso della tortura, formulata dopo aver esaminato il truce fenomeno da un punto di vista storico e non prima di aver enunciato e criticato le diverse tesi a sostegno della legittimazione e della legalizzazione della tortura. Nella prima parte del libro, l'istituto tortura viene analizzato sotto il profilo storico, tanto come strumento giudiziario quanto come strumento di affermazione del dominio politico e particolare attenzione viene dedicata al fenomeno della caccia alle streghe. Nella seconda parte, invece, gli autori trattano del binomio tortura e diritto. Così, ponendosi in contrasto con le teorie “imperativiste”, la tesi esposta nel volume si concentra ad argomentare in merito all'opportunità della riaffermazione del diritto “mite” ed alla necessità di affermare una chiara avversione contro l'adozione di ogni tortura, in quanto essa è categoricamente contraria alla dignità umana. A proposito di ciò vengono ribadite e condivise le affermazioni di Jeremy Waldron, sulla vergogna e sullo sdegno dei meriti della tortura; di Bernard Williams, sull'impensabile morale (moral unthinkable), e di Robert Alexy che definisce l'argomento tortura come «discorsivamente impossibile». Questo perché tutti dobbiamo essere consapevoli che anche il solo immaginare od il mero pensare determinate cose ci danneggia da un punto di vista etico. È necessario, dunque, controllare anche i nostri pensieri per essere davvero ed appieno uomini virtuosi e morali.
      1750  5971
  • Publication
    Il post-anarchismo e la tradizione libertaria francese: considerazioni critiche su un recente libro di Michel Onfray, "Il post-anarchismo spiegato a mia nonna"
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Ferri, Enrico
    Il post-anarchismo e la tradizione libertaria francese. Considerazioni critiche sull’ultimo libro di Michel Onfray. L’analisi di Enrico Ferri si basa sul recente libro di Michel Onfray, Le post-anarchisme expliqué à ma grandmère, Editions Galilée, 2012, tradotto oggi in italiano dalle Edizioni Eleuthera. Onfray sostiene l’opportunità di rivedere alcune ipotesi teoriche dell’anarchismo legate ad un filone definito russo-tedesco e dominante a cavallo del XIX e XX secolo, rappresentato da filosofi quali Stirner, Bakunin e Kropotkin. A questa tendenza, Onfray oppone una French Theory rappresentata da autori quali Etienne de la Boétie, Proudhon e Reclus, che esprimerebbero un pensiero più flessibile e pragmatico, capace di fornire degli strumenti teorici per superare alcuni “dogmi” dell’anarchismo dei due ultimi secoli quali l’attesa di un “mondo nuovo” e la fede nella “bontà naturale dell’essere umano”. L’autore nega la realtà di una corrente anarchica russo-tedesca di matrice hegeliana così come la possibilità di definire una French Theory con caratteristiche unitarie ed omogenee. Nel contempo rivendica l’appartenenza al patrimonio essenziale dell’anarchismo di un’antropologia politica che considera l’essere umano come fondamentalmente socievole e quindi capace di utilizzare secondo un modello positivo e costruttivo, la libertà e la dimensione propulsiva dell’utopia.
      1000  2523
  • Publication
    Il lascito di Gramsci: fra l’egemonia culturale e l’oblio della cultura
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Cossutta, Marco
    A partire dal concetto gramsciano di egemonia culturale, si analizza con intento critico l’attuale tendenza alla svalutazione della ricerca culturale a tutto vantaggio di stereotipati modelli sub-culturali.
      951  4228
  • Publication
    L’esperienza della cosa nella lettura heideggeriana della critica della ragione pura di Kant
    (EUT Edizioni Università di Trieste, 2013)
    Zampieri, Valentina
    Il problema dell’oggetto affrontato nell’analisi della Critica della ragione pura di Kant condotta da Heidegger, si snoda in diversi punti per offrire il modo corretto in cui rapportarci all’oggetto stesso in una prospettiva fenomenologica. Attraverso un’analisi metafisica è messa in luce la domanda “che cos’è una cosa?” che si affianca necessariamente alla domanda “che cos’è l’uomo?”.
      1089  4299